Provaci ancora, Fico!

2021-07-16T12:12:19+02:0016 Luglio 2021 - 12:05|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: |

Il parco agroalimentare di Bologna riaprirà il 22 luglio. Con un format più agile e tante novità, tra cui il biglietto d’ingresso. Decisivo l’aumento di capitale di Eataly e Coop Alleanza 3.0. Il nostro tour con l’Ad, Stefano Cigarini.

Fico riparte. Il grande parco agroalimentare di Bologna, ideato da Oscar Farinetti e inaugurato nel 2017, riaprirà i battenti il 22 luglio dopo la chiusura imposta dalla pandemia. Con nuove attrazioni, 60 operatori (20 in meno rispetto al ‘primo’ Fico), una superficie ridotta a 15 ettari e un format più definito rispetto al passato. A permettere la rinascita è stato il finanziamento di cinque milioni di euro da parte dei due soci: Eataly e Coop Allenza 3.0.

Tante le novità, a partire dai giorni di apertura: l’accesso sarà consentito dal giovedì alla domenica, dalle 11 alle 22, e il sabato fino alle 24, acquistando il biglietto di ingresso. I ticket sono da 8, 10, 19 o 29 euro, a seconda dei servizi inclusi, tra cui degustazioni, laboratori e il nuovo Luna Farm, con 14 giostre di cui sette accessibili anche a ragazzi disabili. L’intero parco è stato suddiviso in sette aree, dedicate a salumi, formaggi, pasta, vino, olio, dolci, gioco e sport. A cui si aggiungono cinque show multimediali e 13 fabbriche che raccontano i processi di produzione di alcune eccellenze nostrane.

Gli operatori food, nonostante l’introduzione del biglietto, continueranno a pagare le royalties a Fico (20% sulle vendite al dettaglio e 30% sull’incasso dei ristoranti). Nel tour dedicato alla stampa, Cigarini sottolinea che “durante la chiusura non hanno pagato un euro di affitto”. Questo è verissimo. È altrettanto vero, però, che nel periodo precedente, con un’affluenza non proprio oceanica, i Consorzi e le aziende hanno comunque dovuto garantire il personale e la materia prima, perdendo un bel po’ di quattrini.

Nel 2019, infatti, il parco ha registrato perdite per 3,1 milioni di euro. Logico domandarsi cosa non abbia funzionato. Risponde Cigarini: “Le aspettative maturate all’inizio, ovvero sei milioni di visitatori all’anno, sono naufragate anche a causa di un’errata analisi del mercato di base. Fatta eccezione per una minoranza di turisti austriaci e tedeschi che arrivano in Italia in macchina, gli altri stranieri scelgono l’aereo. Ma per raggiungere i quantitativi stimati, ovvero 1,8 milioni di visitatori esteri, sarebbero serviti 9mila voli all’anno, ovvero circa 25 aerei colmi di turisti ogni giorno. Tutti diretti a Fico. Un numero irrealistico”. Aggiunge l’amministratore delegato: “Il problema risiede nell’aver dichiarato questi numeri senza cognizione di causa: se si annunciano sei milioni di visitatori all’anno, e poi ne arriva un milione, è un insuccesso. Se non si fanno proclami, è un successo clamoroso”. Ma quali sono i dati reali? Spiega Cigarini: “Circa 1,2 milioni di persone all’anno, con il 48% di penetrazione sulla popolazione residente a un’ora di auto e il 14% su tre ore. Sono numeri altissimi. E poi Fico ha attirato in media 70-80mila studenti”.

Oltre alle previsioni un po’ azzardate, sulle difficoltà ha pesato anche l’identità poco chiara del format. “La gente non sapeva se fosse un centro commerciale, un grande ipermercato o la versione ingigantita di Eataly”, continua l’Ad. “Il tempo medio di visita era di circa due ore. Ma considerando che l’80% delle persone veniva qui per mangiare, solo 40 minuti erano dedicati alla visita effettiva del parco. In un certo senso, lo stop imposto dalla pandemia è stato un bene, perché ci ha permesso di ripensare l’intera offerta. I primi tre anni di vita sono stati un banco di prova, utile per far emergere gli errori che sono stati commessi”.

Con il biglietto cambia l’approccio del visitatore: “Chi spende, si aspetta tanto da un posto così. Che deve coinvolgere i visitatori. La prima versione era molto didattica. Oggi, invece, è più interattiva”. Resta, però, una grande incognita dovuta alla posizione periferica. Quanti turisti sono disposti a venire qui per vedere Fico? “Per i prossimi 12-15 mesi ci aspettiamo quasi esclusivamente visitatori italiani”, spiega Cigarini. Il binomio tra cultura gastronomica e turismo esperienziale riuscirà a far breccia nel cuore dei fruitori?

 

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