Roma – Il commissario straordinario per la Peste suina africana (Psa) Giovanni Filippini ha emesso, nei giorni scorsi, un’ordinanza (leggi qui) che si concentra, da un lato, sul contenimento della diffusione della malattia e della popolazione di cinghiali, e, dall’altro, sugli indennizzi agli allevamenti. Intervistato dall’Adnkronos, Filippini afferma che viene richiesto “un grande sacrificio agli allevatori” che sono oggi all’interno delle zone di restrizione I, II, III in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. “La strategia è quella di cercare di fermare assolutamente la circolazione del virus che in questo momento interessa gli allevamenti di suini domestici”. In Italia, per ora, ci sono 45 focolai di 22 in provincia di Pavia.
In particolare, spiega Filippini, “abbiamo bloccato tutte le movimentazioni in entrate e in uscita dagli allevamenti e quindi praticamente gli allevatori, al di là della possibilità in deroga di portare gli animali al macello, si vedono tutto bloccato”. Non solo: “Abbiamo bloccato anche tutte le movimentazioni di personale e mezzi che in questo momento non sono fondamentali all’attività routinaria degli allevamenti. Ovviamente i mezzi che devono portare da mangiare agli animali possono muoversi ma con tutte le dovute cautele”. Per quanto riguarda gli indennizzi, il commissario aggiunge: “È in essere una grande riflessione su questo tema e credo che non ci saranno problemi”.
Settimana scorsa è stato identificato il caso zero che ha determinato l’ingresso della Peste suina africana negli allevamenti suinicoli della Lombardia (leggi qui).