Rapporto Crea: nel 2020, export agroalimentare italiano a +1,3%

2021-07-27T12:49:25+02:0027 Luglio 2021 - 12:49|Categorie: Mercato|Tag: , , , , |

Roma – Nel 2020, l’agroalimentare italiano ha tenuto sui mercati internazionali, nonostante la pandemia. Secondo il Rapporto 2020 sul commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari del Crea, le importazioni sono calate del 4,7% e le esportazioni sono cresciute dell’1,3%, sfiorando per la prima volta quota 45 miliardi di euro. La bilancia commerciale diventa così positiva a +2,6 miliardi di euro. Maggio è stato il mese più colpito dagli effetti del Covid, sia per l’import che per l’export agroalimentare, ma già da giugno il settore ha reagito con valori in linea con il 2019. Gli andamenti, però, sono molto differenti a seconda del settore merceologico. A trainare l’export made in Italy sono stati prodotti come la pasta, le conserve di pomodoro e l’olio di oliva. Diminuiscono, invece, le vendite di dolci e vini Dop (-2,4%).

Quanto ai mercati di riferimento, svetta l’Ue con oltre il 65% della quota di export totale, seguono Nord America (13,1%) e Asia (7,6%). Sale anche il valore delle vendite come in Germania (+7,1%), Stati Uniti (+5,3%), Regno Unito (+3,1%) e Svizzera (+8,3%). Sul fronte dell’import Francia, Germania e Spagna restano i principali fornitori, con un peso superiore al 35%.

A fronte di un incremento complessivo dell’export agroalimentare, però, metà delle regioni registra un calo delle vendite. La contrazione, soprattutto nel secondo trimestre, dell’export di prodotti come vini, prodotti lattiero caseari, carni preparate, caffè e prodotti dolciari, ha inciso specialmente sul risultato negativo di alcune regioni del Centro Nord più specializzate.

 

 

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