Roma – La proposta di “semplificazione mirata” della Commissione Europea, ovvero sei mesi senza sanzioni, risolve solo parzialmente le criticità del Regolamento Ue sulla Deforestazione (Eudr), la cui applicazione dal 31 dicembre 2025 sta generando forte incertezza nel settore della soia, materia prima essenziale per l’industria mangimistica italiana. L’Eudr vieta l’immissione di prodotti agricoli legati alla deforestazione e impone nuovi obblighi di geolocalizzazione e conformità. Lo denuncia il presidente di Assalzoo, Massimo Zanin, evidenziando come la mancanza di linee guida, la complessità dei requisiti di tracciabilità e le difficoltà logistiche e operative stiano già paralizzando il mercato.
“L’Italia”, fa sapere Assalzoo, “importa oltre l’85% del proprio fabbisogno di soia, utilizzata per la produzione di mangimi destinati agli allevamenti bovini, suini e avicoli nazionali. L’instabilità delle forniture – anche senza un blocco totale – rischia di tradursi in pesanti aumenti dei costi, con effetti a catena sull’intera filiera e sui consumatori: perdita di competitività degli allevamenti, rialzo dei prezzi al consumo dei prodotti di origine animale; crescente rischio di sostituzione con carni importate da Paesi terzi non soggetti alle stesse regole ambientali”.
Già oggi le quotazioni della soia a Milano e Bologna registrano rialzi tra il 15% e il 20%, segnale delle tensioni sul mercato. La proposta europea di una moratoria di sei mesi sulle sanzioni non risolve i problemi strutturali: gli operatori non potranno comunque assicurare forniture conformi entro gennaio 2026. I costi aggiuntivi dell’Eudr supereranno 1,5 miliardi di euro per il comparto europeo, di cui 200 milioni per l’Italia.
Assalzoo, in linea con le associazioni europee, chiede quindi di rinviare l’applicazione del Regolamento al 31 dicembre 2026 e di istituire una cabina di regia nazionale ed europea per rivedere le norme, garantendo un’attuazione sostenibile, proporzionata e coerente con gli obiettivi ambientali, senza compromettere la produttività e la stabilità del settore zootecnico.
 
			
					 
													 
				 
				 
				 
				 
				