Bruxelles (Belgio) – La distribuzione dei sussidi tra le grandi e le piccole e medie imprese sarebbe uno dei principali scogli all’approvazione della nuova Politica agricola comune (Pac), dopo lo stop ai negoziati tra Consiglio e Parlamento annunciato il 28 maggio scorso (leggi qui). Come riporta un articolo de Il Fatto Quotidiano, ad oggi “l’80% dei sussidi è destinato al 20% delle aziende agricole più grandi e il Consiglio Ue ha mostrato di non avere interesse a mettere fine ai privilegi dei grandi proprietari, tanto che si è opposto al capping obbligatorio (un tetto massimo all’importo di cui le aziende di maggiori dimensioni possono beneficiare) che il Parlamento aveva proposto di fissare a 100mila euro, con regressività a partire da 60mila euro”. Due gli altri grandi punti di rottura: gli eco-schemi, i finanziamenti destinati agli agricoltori che presentano progetti sostenibili, che secondo il Parlamento dovrebbero costituire il 30% del primo pilastro (circa 58 miliardi di euro), mentre il Consiglio era rimasto al 20% (quasi 39 miliardi); e la condizionalità sociale, cioè la riduzione degli aiuti in presenza di una violazione dei diritti dei lavoratori. Pare infatti che per Germania e Paesi del Nord Europa le politiche sociali non rientrino tra i temi in capo alla Pac. Al contrario di Italia, Francia e Spagna.
Riforma Pac (5): è scontro tra Consiglio e Parlamento sui sussidi alle big farm
federica2021-05-31T09:44:36+02:0031 Maggio 2021 - 09:44|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: condizionalità sociale, eco-schemi, pac, Politica agricola comune, sussidi|
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