“Senza eventi fisici le fiere non sopravvivono”

2021-04-09T14:30:15+01:009 Aprile 2021 - 14:10|Categorie: Aperture del venerdì, Fiere, in evidenza|Tag: , , , |

Faccia a faccia tra Angelo Frigerio e Antonio Cellie, Ad di Fiere di Parma. A tema le manifestazioni in presenza e il futuro del settore. Un confronto serrato e senza sconti. 

Mercoledì 7 aprile, alle ore 12.00, sul canale YouTube di Tespi è andato in onda ‘Mezzogiorno di fuoco’. Il nuovo format online che racconta di mercato e dintorni. Angelo Frigerio da una parte, un operatore del mondo food dall’altra. Un confronto serrato, senza filtri. Domande brevi, risposte concise. Primo ospite è stato Antonio Cellie, Ad di Fiere di Parma.

Cibus si farà?

Sì. Senza eventi fisici in autunno il settore fieristico non sopravvive. Ripartiremo dopo l’estate con le adeguate misure di sicurezza. Garantiremo l’accesso solo a chi ha effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti. Le fiere in presenza funzionano. Quelle virtuali no. A un espositore medio-piccolo che deve presentare le novità non possiamo proporre un evento online.

Scrive un nostro lettore: “Le fiere sono autoreferenziali per chi le organizza. Quello che conta per gli enti è il numero di visitatori e di buyer. Il risultato è che non vedono e non si preoccupano di dove vadano questi buyer”. Cosa ne pensi?

Spesso i buyer non visitano gli stand a causa della nostra incapacità di gestire i flussi. A Cibus non servono 82mila visitatori: i buyer interessati sono 15- 20mila. Molti espositori vogliono un grande show. Ecco perché servono le fiere in presenza. Purché selezionino gli ingressi.

Un altro lettore ci chiede: “Avete lavorato sui punti deboli (parcheggi e viabilità) e difetti strutturali, come le perdite sul tetto?”

Una fiera che funziona ingorga sempre le strade e le uscite. Noi abbiamo un parcheggio di 110mila metri quadrati. Basta e avanza. C’è stato, poi, il problema della pioggia nel padiglione 5 durante Cibus Connect 2019. L’impianto fotovoltaico aveva bisogno di manutenzione, che non potevamo fare durante le fiere. In questi mesi abbiamo risolto il problema. Non pioverà più all’interno.

Come vanno le pre-iscrizioni a Cibus?

Abbiamo avuto la conferma di tutti gli espositori che si erano prenotati per l’edizione 2020. Di 67mila metri netti, ne abbiamo confermati 55mila.

Che previsioni avete in merito alla presenza di visitatori esteri?

Il 60% del nostro export è europeo. Attualmente, la mobilità all’interno dell’Ue non è un problema. Usa, Canada e Messico di solito comprano tramite importatori o distributori. Che continuano a spostarsi. La grande incognita è l’Asia, che rappresenta più del 10% delle nostre esportazioni. Comunque, gran parte dei nostri buyer internazionali, in totale 3mila, verranno confermati.

In caso di annullamento, restituirete i soldi della pre-iscrizione?

Sì. Abbiamo restituito acconti e saldi a chi lo chiedeva. Per fortuna abbiamo una posizione finanziaria che ci consente di guardare al futuro con serenità.

“Non parteciperemo a nessuna fiera”, scrive un operatore. “Non me la sento di esporre i miei collaboratori ai rischi connessi agli eventi”.

Cibus e, in generale, le fiere b2b tracciano sempre gli ingressi e rilevano la temperatura. Alcuni business possono essere digitalizzati al 100%. Ma per supportare l’export, che ha perso il 50% del fatturato a causa del crollo dell’Horeca, incontrare retailer esteri è fondamentale.

Ci sarà mai un’unione tra Cibus e Tuttofood?

Noi siamo una fiera di territorio, abbiamo una missione diversa. In Francia coesistono Sial di Parigi e Sirha di Lione. Insieme arrivano a 360mila metri quadri di superficie: tre volte quella che faremmo noi con Tuttofood. Il problema non è unirsi, ma lavorare insieme. In modo che Cibus diventi sempre più una fiera di territorio specializzata e Tuttofood una piattaforma competitiva a livello internazionale.

Ti fa paura l’unione tra le fiere di Rimini e Bologna?

No, è un progetto parallelo. Questa convergenza ha senso sul piano industriale. Ha un alto potenziale di sviluppo. Che darà vita a un player di rilievo su scala europea.

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