Milano – Nella prima parte del 2024, la produzione di polli, tacchini e anatre è arrivata a oltre 664mila tonnellate (+5,4% rispetto al primo semestre 2023). “Le vendite rimangono discrete e non ci sono criticità”, commenta il direttore di Unaitalia Lara Sanfrancesco, intervenuta in occasione del Pollo Arrosto Day a Milano, il 2 ottobre. “Il trend generale si avvantaggia anche della domanda di proteine da carni bianche sostitutive delle carni rosse e di prodotti a più buon mercato”.
I dati di Rabobank parlano di prospettive “ottimistiche” per il mercato globale del pollame (leggi qui). La domanda dovrebbe crescere del 2,5-3%. In Italia, come riporta il quotidiano Italia Oggi, sono attive 6.800 aziende del settore, per un valore di 5,3 miliardi di euro. La media del consumo pro capite di carne avicola, nel nostro Paese, è di 21,4 kg, contro i 16,1 kg di bovino e gli 11,5kg di suino. L’indice di penetrazione nelle famiglie è del 93% (89% le carni bovine, 81% le carni suine). I volumi di vendita sono cresciuti del 14,3% dal 2019, mentre il prezzo medio è aumentato del 24%.
Nel 2023, il prezzo medio alla produzione del pollame da allevamento intensivo ha segnato una flessione del 12%, anche se c’è stato un picco di 1,48 euro/kg. A inizio 2024 le quotazioni sono calate fino a 1,05 euro/kg, per poi arrivare a 1,36 euro/kg a settembre. Il tacchino ha oscillato tra gli 1,60 (inizio anno) e gli 1,80 euro/kg (ultima quotazione).