Stasera al vaglio del Consiglio dei ministri il Decreto Ristori bis: previsto un “fondo a chiamata”

2020-11-05T15:14:22+02:005 Novembre 2020 - 10:46|Categorie: Mercato|Tag: , , , |

Roma – Potrebbe arrivare già stasera in Consiglio dei ministri il testo del Decreto Ristori bis. Ma, questa volta, i nodi da sciogliere sono numerosi. A partire dal caos delle variabili territoriali, che possono cambiare di settimana in settimana. Per questo motivo, secondo Il Sole 24 Ore, il Governo starebbe valutando di creare un fondo, in cui far confluire gli 1,5-2 miliardi a disposizione, da attivare di volta in volta con decreto ministeriale per aiutare le attività chiuse nelle diverse zone. E’ il caso, ad esempio, dei ristoranti e dei bar, che nelle zone e arancioni devono chiudere completamente l’attività, salvo asporto e domicilio, mentre possono restare aperti fino alle 18 nelle altre regioni. Una simile dinamica dovrebbe applicarsi agli aiuti fiscali e contributivi per chi chiude, ad esempio: esenzione dal saldo Imu, credito di imposta sugli affitti di ottobre-dicembre e sospensione dei contributi per i dipendenti. Resta, però, in questo caso il nodo della Tari, dal momento che i Comuni hanno dovuto chiudere i conti entro il 31 ottobre e non possono più introdurre sconti tariffari per quest’anno. Servirebbe anche per questo un contributo statale. Alcune misure, però, sono valide, in modo omogeneo, a livello nazionale, come la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana. In questo caso, sarà ritenuto valido il criterio seguito con il primo Decreto Ristori. Nel caso di bar e ristoranti, dunque, dovendo in ogni caso chiudere alle 18, resterebbero validi su tutto il territorio nazionale i criteri del primo Decreto Ristori. Mentre interverrebbero le integrazioni del Decreto bis, nelle zone dove la chiusura è totale.

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