Bruxelles (Belgio) – Per comprendere il peso della Cun odierna dobbiamo ricordare che, per un vecchio accordo tra le parti, il suino italiano non può subire variazioni maggiori di 5 centesimi, sia al rialzo che al ribasso. I 4,7 centesimi con cui il pesante Dop raggiunge i 2,273 euro/kg, soltanto 5,6 centesimi in meno del record del 2 novembre dell’anno scorso, sono quasi il massimo che gli allevatori possono strappare ai macelli, in un clima surreale in cui la conta dei suini abbattuti per il diffondersi della PSA è sempre più pesante (oggi Repubblica parla di 70mila capi e Il Fatto Alimentare elenca 28 allevamenti contagiati dal 26 luglio a oggi). È vero, un anno fa il suino italiano a questo punto dell’anno costava di più (2,302 euro/kg per la precisione), ma aumentava di poco più di un centesimo a seduta. Con questa velocità, a meno di sorprese o di sedute sancite da un ‘non formulato’, già da settimana prossima ci si dovrebbe avvicinare al record, che potrebbe ragionevolmente essere superato con la prima seduta di ottobre. E siccome i tagli continuano a dare grattacapi all’industria (in particolare le cosce, volate settimana scorsa alla quotazione record di 6,25 euro/kg, ma non solo, leggi qui), ci si prepara a un autunno carico di tensioni in vista della trattative natalizie con la distribuzione. Per la cronaca, il suino non tutelato strappa 0,2 centesimi in più, raggiungendo i 2,065 euro/kg e trascinando sopra i 2 euro anche la classe 152/160 kg.
Suino (quasi) a tutto gas: +4,7 centesimi per il Dop (2,273 euro/kg), +4,9 per il non tutelato
federico2024-09-19T15:14:59+02:0019 Settembre 2024 - 15:14|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: Cun suino|
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