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Tecnologie per il f&b: un’eccellenza italiana. L’intervista a Emanuele Di Faustino (Nomisma)

2023-10-23T15:13:24+02:0024 Ottobre 2023 - 10:00|Categorie: Fiere, in evidenza|Tag: , |

Una preview del primo Osservatorio Machinery per il Food & Beverage. Presentato oggi, alle 10:30, nel corso del convegno di apertura di Cibus Tec. A illustrarci i dati del comparto è Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi di Nomisma.   

Il mercato delle tecnologie per l’industria alimentare si conferma un comparto di rilievo per l’economia italiana. Come dimostrano gli ultimi dati elaborati dal primo Osservatorio Machinery per il Food & Beverage realizzato da Nomisma, il settore gode di ottima salute. Trainato, in modo particolare, dalle performance positive messe a segno sui mercati internazionali, che posizionano l’Italia al secondo posto nella classifica dei principali esportatori al mondo di macchinari per il f&b, alle spalle della Germania.

Dei risultati messi a segno nell’ultimo anno, delle prospettive di crescita che attendono il settore delle tecnologie alimentari italiane e delle sfide a cui è chiamato il comparto parliamo con Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi di Nomisma, che ci fornisce una breve preview dell’Osservatorio che verrà presentato oggi, alle 10:30, durante il taglio del nastro di Cibus Tec (Sala 1 – Pad. 7).

Quanto vale attualmente il mercato della meccanica per il food&beverage in Italia?

La meccanica per l’industria f&b (packaging, bottling e food processing) è uno dei settori di eccellenza della manifattura italiana. Le oltre 2.100 imprese attive nel comparto hanno generato nel 2022 un giro di affari di 15,7 miliardi di euro, occupando oltre 61mila addetti. L’andamento del comparto è in crescita: rispetto al 2019 il fatturato è cresciuto del +7,6% mentre la forza lavoro ha registrato un incremento del +11,7%.

In base ai dati in vostro possesso, quanto vale nel 2023 l’export di macchinari per il f&b?

La meccanica per l’industria f&b rappresenta uno dei settori del made in Italy più vocato ai mercati internazionali grazie a un export di 8 miliardi di euro nel 2022 (+24,2% rispetto al 2012). Si evidenzia una performance molto positiva dell’export italiano di settore anche nei primi sei mesi del 2023 (+16,4% rispetto al primo semestre 2022), che potrebbe arrivare a circa 8,8 miliardi di euro entro la fine dell’anno.

Quali sono le tipologie di macchinari più richiesti all’estero?

La metà dell’export italiano riguarda macchinari e apparecchi dedicati al packaging, con un valore di 4 miliardi di euro nel 2022. Seguono le tecnologie dedicate al food processing (2,5 miliardi di export e peso del 31%) e le macchine per l’imbottigliamento (1,5 miliardi di export e un’incidenza del 19%). Sebbene performance positive abbiano interessato tutte le categorie, a trainare l’export di settore nell’ultimo decennio sono in primo luogo i macchinari dedicati al confezionamento (+22% tra il 2012 e il 2022) e quelli per la produzione di alimenti e bevande (+36%). Se ci focalizziamo invece sui trend del primo semestre 2023, le tendenze migliori le registrano i macchinari per il packaging e il bottling (rispettivamente +20% e +19% rispetto al primo semestre 2022). Dinamiche positive hanno comunque interessato anche le tecnologie per il food processing (+10% nel medesimo periodo).

Quali, invece, i mercati di destinazione dove si registrano le migliori performance di crescita?

L’export italiano si dirige soprattutto verso i Paesi dell’Unione Europea, che da soli intercettano ben il 39% dell’export di settore. Segue il Nord America – con un ruolo di primissimo piano degli Usa (primo mercato di destinazione delle esportazioni italiane) – con un’incidenza del 16%. Altre importanti aree presidiate dalle imprese italiane sono l’America Latina (in primis Messico e Brasile), l’Europa non Ue (su tutti Regno Unito, Russia e Svizzera) e il Far East (Cina su tutti). In termini di tendenze, negli ultimi 10 anni – oltre al Nord America (+106% – variazione dell’export tra 2012 e 2022) – è cresciuto molto l’export diretto in Oceania (+106%) e Africa Sub-Sahariana (+58%).

Oltre all’Italia, quali altri Paesi hanno visto crescere in maniera consistente le esportazioni di macchinari per il f&b?

L’Italia rappresenta – a poca distanza dalla Germania (export di 8,9 miliardi di euro nel 2022) – il secondo esportatore mondiale di macchinari e tecnologie destinate all’industria alimentare e delle bevande, con una quota di mercato sul totale dell’export globale di ben il 18%, incidenza che sale al 28% se si considera il peso sull’export europeo. Sul fronte delle tendenze, a farla da padrone è però la Cina, terzo exporter globale, con un valore delle vendite oltreconfine di 5,2 miliardi di euro. Nel giro di un decennio la sua quota di mercato è raddoppiata, passando dal 6% al 12%, a scapito in primis dei produttori tedeschi e italiani. E l’export cinese continua a crescere anche nel 2023: +16% nel primo semestre a fronte del +12% della Germania. L’Italia è in linea con un aumento nel medesimo periodo del +16%.

Quali sono i mercati con le più ampie prospettive di crescita e sviluppo?

Nonostante l’attuale e incerto scenario macro-economico internazionale, le opportunità di un’ulteriore espansione dell’export italiano di macchinari per il f&b nei prossimi anni sono plausibili, sia tra i mercati più maturi che tra quelli emergenti. Nel caso dei mercati dove la presenza del machinery italiano è già consolidata, le maggiori opportunità di crescita si intravedono per gli Usa, primo mercato di destinazione dell’export italiano, ma dalle enormi potenzialità future grazie all’importante e fiorente industria alimentare nazionale. Ottime opportunità si intravedono anche per Canada, Regno Unito e Australia.

E tra i Paesi emergenti?

Tra gli emergenti degni di nota ci sono alcuni mercati del Middle East (in primis Arabia Saudita), dell’Africa (su tutti Angola, Senegal e Marocco) e dell’Europa dell’Est (Slovenia, Serbia e Romania), grazie a economie e a un’industria alimentare in espansione e tassi di crescita importanti riguardanti la domanda di macchinari italiani.

Chi sono invece i principali importatori al mondo di tecnologie per il f&b?  

Gli Stati Uniti, con un import pari a 7 miliardi di euro nel 2022, sono i principali importatori mondiali. In seconda e terza posizione troviamo rispettivamente Cina e Germania con importazioni dal valore di circa 2 miliardi di euro nel 2022. Seguono Francia (1,6 miliardi di euro), Uk (1,5 miliardi di euro) e Canada (1,4 miliardi di euro).

Un’ultima domanda. A suo avviso, quali sfide si trova ad affrontare ora il settore delle tecnologie per l’industria alimentare?

Le sfide principali che attendono il settore nei prossimi anni sono legate in primo luogo al rallentamento dell’economia globale, che vede coinvolti anche diversi mercati di sbocco per l’export di macchinari italiani. A ciò deve aggiungersi l’incerto scenario geopolitico, che si è ulteriormente destabilizzato con il recente conflitto in Israele e che rischia di condurre a un nuovo incremento dei prezzi delle commodities energetiche, su tutti petrolio e gas naturale, con un impatto anche per il settore della meccanica. In tale scenario, continua a crescere anche la concorrenza internazionale, in primis della Cina, che al momento rappresenta il terzo esportatore mondiale di tecnologie e macchinari per l’industria alimentare. Fortunatamente, a differenza dell’Italia, questo Paese si concentra su tecnologie di minor valore aggiunto e ha come mercati di sbocco soprattutto le economie emergenti, sebbene sia comunque presente anche in mercati di riferimento per il nostro export, come ad esempio gli Stati Uniti.

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