Too good to go: ma eccedenza fa davvero rima con eccellenza?

L’attivista danese Selina Juul attacca l’app che permette di vendere i prodotti a fine giornata. Sarebbe ormai “un altro canale di vendita”. Ma la piattaforma respinge le accuse.

Il Guardian ha pubblicato nei giorni scorsi l’articolo ‘The scandal of food waste and how we can stop it’ [Lo scandalo dello spreco alimentare e come possiamo fermarlo], scritto dal filosofo Julian Baggini. “Secondo le stime del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), il 17% della produzione alimentare globale viene sprecato e circa la stessa quantità viene persa (prodotti agricoli destinati al consumo umano che vengono scartati prima della vendita). Complessivamente, circa un terzo del cibo prodotto non viene consumato”, scrive.

Molti osservatori sostengono che ridurre gli sprechi sia essenziale per nutrire il mondo, ma Baggini commenta: “Questa chiave di lettura è discutibile. Nel 2020, il mondo produceva molto più cibo di quanto i suoi abitanti ne consumassero: quasi 3mila calorie a persona al giorno. Anche con le quantità che sprechiamo, nel mondo c’è abbastanza cibo per sfamare tutti. La distribuzione e l’accessibilità economica sono gli ostacoli maggiori a una buona alimentazione”.

I retailer, continua, “sono molto bravi a ‘spingere’ gli sprechi a monte e a valle. Non solo i fornitori si ritrovano spesso con una produzione in eccesso, ma i consumatori sono incoraggiati a comprare più di quanto possano mangiare grazie alle offerte e alle promozioni che rendono convenienti le confezioni più grandi. […] I supermercati amano avere gli scaffali pieni, perché sanno che quelli mezzi vuoti sono poco attraenti. Per questo motivo, storicamente tendono ad avere un’offerta eccessiva, preferendo buttare le pagnotte invendute a fine giornata piuttosto che esaurire il pane poche ore prima della chiusura”.

In tema di riduzione delle eccedenze, l’autore indica la Danimarca come esempio virtuoso: gli sprechi sono calati del 25% tra il 2010 e il 2015, grazie soprattutto all’attività di Selina Juul. Che, nel 2008, ha creato un gruppo su Facebook, ‘Stop Spild Af Mad’ [‘Stop allo spreco di cibo’ in danese]. “Nel giro di 15 giorni il gruppo è diventato virale e tre mesi dopo è stata contattata da Rema 1000, la più grande catena di discount in Danimarca, che le ha chiesto un aiuto. Tra le misure adottate c’è stato lo stop al ‘prendi due, paghi uno’ e l’inizio della vendita delle banane singolarmente, affiggendo cartelli con la scritta ‘Prendimi, sono single’”, nota Baggini. Juul è stata chiamata dall’Onu, dall’Ue, dal Vaticano e dalla principessa Marie di Danimarca. Ad ogni modo, l’attivista è consapevole del contesto in cui opera: “La Danimarca è un Paese piccolo. Siamo come una tribù, ed è molto facile fare notizia se si ha una bella storia, è molto facile influenzare la popolazione se c’è una buona causa”. E avverte: “La lotta contro gli sprechi alimentari è sull’orlo del greenwashing”.

Nel mirino di Juul c’è Too good to go, l’app con cui negozi e ristoranti vendono il cibo in eccesso a fine giornata a un prezzo scontato. Ma ormai si sarebbe trasformata: “In Danimarca è possibile prenotare il cibo con due, tre o quattro giorni di anticipo”, afferma. “Come fanno i negozi a sapere che avranno cinque pani in eccesso con tre giorni di anticipo? È una follia. Molti supermercati e panifici mi hanno detto: ‘Lo usiamo come canale di vendita’”.

Too good to go, contattata dalla nostra redazione, contesta l’articolo del Guardian: “Contiene diverse imprecisioni e, purtroppo, Too good to go non ha avuto la possibilità di commentarlo o di contribuire prima della sua pubblicazione. Le Surprise Bag possono essere ordinate con un massimo di un giorno di anticipo, e non con tre o quattro giorni in anticipo come riportato erroneamente nell’articolo. Questa opzione è stata studiata dopo 8 anni di collaborazione con i partner e di comprensione del loro funzionamento, per semplificare le operazioni del negozio ed evitare che gli avanzi di cibo vadano sprecati. I partner possono regolare la quantità di Surprise Bag che metteranno a disposizione degli utenti sull’app in qualsiasi momento della giornata, a seconda delle vendite del giorno, e quindi degli avanzi a fine giornata. Ciò fornisce il necessario livello di flessibilità e garantisce l’approccio giusto per gestire la natura imprevedibile delle eccedenze alimentari. Sarebbe irrilevante, se non addirittura sconveniente, per i negozi utilizzare Too good to go come canale di vendita. E teniamo a precisare che, a differenza di quanto riportato erroneamente dall’articolo, non è previsto un numero di Surprise Bag giornaliero che i nostri partner devono vendere. Nonostante il 40% del cibo prodotto a livello globale venga sprecato, noi di Too Good To Go siamo convinti che la nostra soluzione rappresenti solo un tassello di una risposta più ampia al problema dello spreco alimentare, una sfida complessa che non può essere affrontata da un’unica organizzazione”.

Juul argomenta che nessun programma di distribuzione delle eccedenze può essere la soluzione: “Dobbiamo prevenire la sovrapproduzione di cibo. Ma ci sono in gioco molti interessi, economici e politici, e non è così facile intervenire”. Sul tema abbiamo chiesto un commento a Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco alimentare: “Ovviamente l’ideale sarebbe avere un mondo senza eccedenze. Ma ad oggi questo è fisiologicamente impossibile, quindi mi sembra che valga la pena impegnarsi per recuperarle. Ed è importante che industria e distribuzione affrontino la questione in una prospettiva di responsabilità sociale, quindi in una logica del dono più che delle vendite scontate all’ultimo secondo”.

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