Londra (Uk) – Migliaia di agricoltori hanno sfilato ieri davanti a Westminster, sede operativa del governo britannico, per protestare contro le modifiche alla tassa di successione agricola previste dal bilancio del mese scorso, definite un “tradimento” dai leader sindacali.
Tra le modifiche, l’introduzione di un’imposta del 20% sui beni agricoli ereditati superiori a 1 milione di sterline (1 milione e 200mila euro). I gruppi di agricoltori avvertono che questo avrà un impatto “catastrofico” sulle aziende agricole a conduzione familiare e hanno minacciato di scioperare e bloccare i porti se non ci sarà un cambiamento di rotta.
Sono già stati tracciati dei paralleli tra la crescente situazione di stallo dei laburisti nei confronti degli agricoltori e lo sciopero dei minatori di 40 anni fa. La scorsa settimana, il premier laburista Keir Starmer è stato costretto a prendere le distanze dai commenti dell’ex consigliere di Tony Blair, John McTernan, che ha detto che la Gran Bretagna “non ha bisogno dei piccoli agricoltori” e che era favorevole a fare agli agricoltori “quello che Margaret Thatcher ha fatto ai minatori”.
Secondo il Times è proprio questa la “paura esistenziale” che sta spingendo migliaia di agricoltori a Londra questa settimana. “Gli agricoltori per il nostro decennio sono quello che i minatori sono stati per gli anni Ottanta. Le sfortunate vittime del progresso, punite e poi abbandonate dallo Stato”.
I laburisti hanno sostenuto che solo un quarto dei più grandi agricoltori proprietari terrieri sarà colpito dalle modifiche fiscali. In un articolo per il Telegraph, Steve Reed, segretario di Stato per il dipartimento per l’Ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali, ha accusato i conservatori di fare “false affermazioni” sul loro impatto. Subito dopo il bilancio, Paul Johnson, direttore dell’Institute for Fiscal Studies, ha dichiarato a Sky News che gli agricoltori “saranno comunque trattati meglio di chiunque altro in termini di tassa di successione”.
Lungi dal rappresentare una “nuova dittatura comunista”, negli auspici del governo, i cambiamenti introdotti dovrebbero permettere ai giovani agricoltori di avviare le proprie aziende. “L’economia rurale sarà animata da nuove idee grazie all’ingresso nel mercato di agricoltori innovativi ed energici”, ha affermato un portavoce del governo al Guardian.
I laburisti hanno più parlamentari provenienti dalle aree rurali di qualsiasi altro partito, ma anche se il partito non lo ammetterebbe mai, tra tutti i gruppi di interesse speciale di cui occuparsi, gli agricoltori sono uno dei “più deboli politicamente”, come ha affermato anche The Economist, secondo cui “quando si tratta di imporre la propria volontà ai governi, gli agricoltori britannici hanno poca pratica” e “poco fiuto politico”.