Uva da tavola venduta sottocosto. L’allarme di Cia – Agricoltori italiani: “Gravi responsabilità della Gdo”

2021-09-22T17:37:20+02:0022 Settembre 2021 - 17:37|Categorie: in evidenza, Mercato, Ortofrutta, Retail|Tag: , , , |

Meda (Mb) – Uva da tavola venduta sottocosto, con sconti che oscillano tra il 30 e il 50%. Accade all’interno di alcune insegne della Grande distribuzione italiana, tra cui Esselunga. A riportare la notizia è Fruitbook Magazine, che spiega: “Il volantino Esselunga propone sconti sfiziosi del 30, 40 e 50% dal 16 al 29 settembre 2021. L’uva Italia è in offerta con sconto del 40% a 0,98 euro al chilo, confezionata in cassetta da 3 chili. La qualità è molto alta. Il prezzo è sottocosto, nel senso che non può remunerare adeguatamente i diversi attori della filiera. Il costo di produzione per il coltivatore è tra 0,50 centesimi e 1 euro al chilo a seconda della qualità dell’uva. Il costo di confezionamento e trasporto per la centrale ortofrutticola è attorno ai 70 centesimi al chilo. Più il costo di distribuzione, in questo caso a carico di Esselunga”. Un sottocosto che coinvolge anche le uve senza semi. E che ha suscitato pronte reazioni da parte dei sindacati degli agricoltori, che attribuiscono gravi responsabilità alla Gdo. “Siamo di fronte a una situazione drammatica. Energia elettrica, gasolio, materiali di confezionamento, il costo di ogni singolo elemento per azionare le filiere e produrre sta aumentando. Tutto aumenta, tranne i prezzi riconosciuti agli agricoltori per le loro produzioni”, sottolinea Raffaele Carrabba, presidente di Cia – Agricoltori italiani Puglia. “Le condizioni di disparità e di totale squilibrio tra chi produce i beni alimentari e chi li distribuisce ai consumatori sta uccidendo l’agricoltura. Da una parte, infatti, ci sono gli agricoltori per i quali aumenta tutto: costi di produzione, adempimenti, standard qualitativi di produzione, tasse; dall’altro, ci sono le multinazionali della Gdo e dell’importazione, per i quali è lecito imporre valori al ribasso da riconoscere ai produttori e, di contro, prezzi altissimi ai consumatori. I loro profitti aumentano, mentre gli agricoltori e l’agricoltura si impoveriscono”.

Torna in cima