Walter Da Riz (Assovetro): “Stiamo lavorando in perdita”

2022-02-02T10:45:41+02:002 Febbraio 2022 - 10:45|Categorie: in evidenza, Mercato, Tecnologie|

Roma – Il rincaro prezzi preoccupa fortemente anche l’industria del vetro. Il settore strategico per molte filiere produttive lavora in perdita dallo scorso autunno a causa del caro gas. Che, ad oggi, costa quattro/cinque volte tanto rispetto al 2021. In parallelo, si inaspriscono le tensioni in Ucraina. Walter Da Riz, direttore di Assovetro (Associazione nazionale degli industriali del vetro), in un’intervista rilasciata a Ilsussidiario.net illustra le tre misure urgenti e a costo zero per il bilancio dello Stato che proporranno al governo:

– Una ‘gas release’ per aumentare la produzione di gas naturale di 3 miliardi di metri cubi per le imprese più impattate dal caro gas;

– Una ‘electricity release’: “Lo Stato ritira da impianti fotovoltaici, eolici o di altra fonte rinnovabile circa 25 Twh, cioè 25 milioni di Mwh, mettendoli a disposizione dei settori energivori a prezzo calmierato. Come fa la Francia con l’energia nucleare, che offre 100Twh, equivalenti al 30% dei consumi nazionali, a 42 euro a Mwh, prezzo a cui le imprese possono acquistare fino al 60% del loro fabbisogno energetico. In Italia siamo arrivati anche a 200 euro a Mwh, cinque volte tanto”;

– Allineare il costo degli oneri generali di sistema per le imprese alla disciplina comunitaria, che prevede una riduzione fino all’85%. “Oggi in Italia siamo al 40% e non si capisce il motivo”.

Non ci sarebbe, dunque, alcun segnale di miglioramento in vista. “Fino al 2024 sconteremo questi prezzi per noi incompatibili”, evidenzia Da Riz, che prosegue: “Se fino all’anno scorso una bottiglia da 0,75l per il vino costava 15 centesimi, ora viene venduta a 25 centesimi, solo per coprire i costi in più. Infatti, se in condizioni normali l’energia incide mediamente per il 30%, adesso pesa per il 70% sui nostri costi produttivi”.

Il direttore di Assovetro spiega: “Noi andiamo principalmente a gas. Il vetro fonde a 1.600°C e con la corrente elettrica è difficile arrivarci. […] Abbiamo compresso i margini e abbiamo iniziato dallo scorso autunno a produrre in perdita. Allo stato attuale è impossibile dire quanto potremo ancora resistere, ma è chiaro che un’azienda non può produrre in perdita”.

Ecco che sono molteplici i rischi a cui l’economia e l’industria italiana vanno incontro: “Già prima di Natale le associazioni di produttori di bevande faticavano a trovare le bottiglie, perché produrre a quei prezzi era impossibile e avevamo ridotto la produzione perché un forno non si può spegnere, ma un margine di utilizzo del 10% in meno c’è”.

Ora, tra le priorità degli industriali del vetro figura un programma di transizione verde. “Deve essere serio e tenere conto della realtà. E mettere a disposizione le risorse necessarie alle imprese per raggiungere l’obiettivo”, conclude Da Riz.

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