Clal: il Ceta fa bene all’export dei formaggi italiani (+28,8%)

2019-03-20T11:19:41+02:0020 Marzo 2019 - 11:19|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , , |

Milano – Il Ceta fa bene all’Italia. A dirlo sono gli specialisti di Clal.it, che segnalano un incremento delle esportazioni di formaggio made in Italy verso il Canada, nel 2018, del 28,8% su base tendenziale. Grazie a questa accelerazione, dovuta all’accordo di libero scambio tra Ue e Canada, approvato dal parlamento europeo nel 2017 e in attesa di ratifica da parte di alcuni stati membri, l’Italia è al secondo posto per quantità di formaggi esportati in Canada, alle spalle degli Stati Uniti, primi fornitori del Canada ma in frenata del 16% rispetto alle quantità 2017. A pesare sul rallentamento statunitense potrebbero essere state le tensioni legate al Nafta (North american free trade agreement), contestato dal presidente Donald Trump e poi sfociato lo scorso ottobre nell’Usmca (accordo Usa-Messico-Canada) o, più probabilmente, l’opportunità offerta ai canadesi di acquistare a dazio zero formaggi europei grazie al Ceta. Gli Stati Uniti hanno comunque guadagnato terreno nel settore latte e panna, segnala Clal.it, dove sono fornitori pressoché monopolisti, con una quota di mercato del 98%. Ma il Ceta fa cambiare marcia all’export Ue nel suo complesso. A parte Cipro (-0,6%), l’export di formaggi verso il Canada dei paesi dell’Unione europea cresce, nel 2018 (+35,3% su base tendenziale), in parte agevolato anche da una flessione dei prezzi unitari. Portando la quota di mercato dei 28 stati membri al 64%. Nel solo mese di dicembre, l’import lattiero caseario del Canada registra una crescita del 23,7% in quantità e del 38,1% in valore, con una forte spinta dei formaggi (addirittura +97,8% in quantità e +73,7% in valore). Nel 2018 le importazioni canadesi sono cresciute complessivamente del 21,6% in quantità e del 10,3% in valore e segnando un incremento dell’11,7% delle importazioni totali calcolate in equivalente latte.

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