Sermide (Mn) – Le importazioni cinesi di carni suine sono in costante diminuzione. I numeri del primo trimestre del 2022 segnano una contrazione del 54,15% delle quantità ritirate da Pechino su base tendenziale, con un decremento in valore che supera il 60%, come spiega un’analisi di Teseo by Clal. L’Ue resta il primo fornitore di carni fresche, refrigerate e congelate, con una quota di mercato del 56% (solo la Spagna ha il 30% del market share), seguita dal Brasile (20%) e dagli Stati Uniti (7%). Lo scenario si caratterizza per un import in costante calo e una produzione interna in forte aumento. Il dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) stima che nel 2022 il numero di suini in Cina aumenti dell’1,15%, arrivando a 665 milioni di capi, dopo aver messo a segno un +15,9% nel 2021. Accanto a un ritorno della suinicoltura quasi su livelli pre-peste suina (nel 2017 e nel 2018 il numero di maiali allevati in Cina era rispettivamente di 705 milioni e di 687,5 milioni di capi), la scelta di tagliare gli acquisti dall’estero risponde a una politica interna di sostenere i prezzi dei suini, che da novembre stanno perdendo quota e sono molto lontani dai picchi raggiunti fra ottobre 2019 e gennaio 2021. Ora la sfida per Pechino sarà quella di rendere remunerativa la suinicoltura, così da favorire il ritorno della zootecnia su livelli pre-crisi, ma senza innescare corse dei prezzi al consumo, già in parte favorite dall’inflazione.
Cina: continua il calo dell’import di carni suine (-60% rispetto a marzo 2021). L’analisi di Teseo by Clal
federico2022-04-26T11:52:04+02:0026 Aprile 2022 - 11:51|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: carni suine, cina, import, Teseo by Clal|
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