Uiv, Frescobaldi: “L’ipotesi dazi al 25% determinerebbe una quasi totale uscita dal mercato”. L’appello a importatori e distributori

2025-02-28T16:42:06+02:0028 Febbraio 2025 - 16:42|Categorie: Vini|Tag: , , , , , |

Verona – 1 miliardo di euro solo per l’export. A tanto ammonta il danno stimato da Unione italiana vini (Uiv) se i dazi al 25% annunciati dall’amministrazione Trump dovessero trasformarsi in realtà. Negli Usa la  perdita diretta stimata è di 472 milioni di euro circa, ma si allarga ai Paesi impattati direttamente dalle nuove tariffe, per i quali sono previsti rallentamenti economici se non recessione, come in Germania. In Canada, l’export italiano potrebbe chiudere i conti del 2025 a -6%, nell’Unione europea a un -5%, per un saldo valore negativo di 216 milioni di euro.

Tra Usa, Canada e Ue – che fanno l’80% del valore export vino italiano – il saldo per l’anno mobile (aprile 2025- aprile 2026) chiuderebbe a -716 milioni di euro (-11%). Il totale delle esportazioni verso il resto del mondo, secondo Uiv, vedrebbe infine una speculare contrazione, che porterebbe il disavanzo tra 2024 e 2025 a -920 milioni di euro. Tutto al netto del mercato interno, che nell’anno mobile subirebbe una ulteriore contrazione di circa 350 milioni di euro, pari al 5% dei consumi.

“Per rimanere nel mercato statunitense, che vale per noi circa 1,9 miliardi di euro e il 24% del totale export del settore, ci appelliamo ai nostri partner americani, importatori e distributori”, ha affermato il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi. “L’obiettivo è fare squadra con le nostre imprese del vino per cercare di ammortizzare insieme il surplus dei costi derivanti dalla guerra commerciale. Ci rendiamo conto – ha aggiunto Frescobaldi – che questo sacrificio non sarebbe di facile attuazione e determinerebbe nel breve dinamiche antieconomiche, ma l’imperativo è comunque salvare il mercato e il rapporto speciale che ci lega con i consumatori statunitensi. L’ipotesi dazi al 25% determinerebbe infatti una quasi totale uscita dal mercato, che sarebbe peggiore rispetto alle cifre sopra elencate”.

 

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