La scomparsa di Peppino Mandara. Il commento di Angelo Frigerio

2022-04-21T08:59:24+02:0021 Aprile 2022 - 08:38|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , |

Napoli – Giuseppe Mandara è spirato ieri all’età di 76 anni. Peppino, come lo chiamavano tutti, era soprannominato il ‘re della mozzarella’. La storia dell’azienda inizia da Agerola, dove la sua famiglia ha solide radici nel mondo caseario e prosegue con una serie di felici intuizioni che hanno fatto diventare la Mandara, negli anni, uno dei più importanti produttori di mozzarelle di bufala campana Dop. I funerali saranno celebrati oggi, alle 16.30, a Napoli nella chiesa di San Pasquale a Chiaia. Alla moglie e ai tre figli le condoglianze delle redazioni di Formaggi & Consumi e Alimentando.info.

Il commento

Non ho conosciuto personalmente Peppino Mandara. Solo al telefono quando mi ringraziò per averlo difeso, unico giornalista in Italia, durante una brutta storia che lo vide coinvolto. Una vicenda cominciata nel lontano 2012 e culminata con l’arresto dell’imprenditore, nel 2014, che venne accusato di collusione con il clan mafioso dei La Torre, riciclaggio e reimpiego di capitali di illecita provenienza. Il lungo iter giudiziario, nonostante i tanti pronunciamenti favorevoli a Mandara da parte della Cassazione, è proseguito fino al 2018, quando il provvedimento del Gip, Dario Gallo, ha messo finalmente la parola fine all’inchiesta. Nel decreto di archiviazione, fra l’altro, il giudice afferma che: “Gli elementi raccolti non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio di Mandara”. Nel corso di quei lunghi anni, le nostre testate, da sempre garantiste, hanno seguito e documentato i diversi passaggi giudiziari, dando spazio alle repliche dell’azienda e dell’imprenditore, che smontavano l’impianto accusatorio della Procura di Napoli. Con una ricostruzione confermata dal Gip che ha poi archiviato il procedimento, facendo definitivamente chiarezza sull’intera vicenda. Sono quelle storie che non vorresti vivere mai e che ti lasciano un segno profondo nella vita. Nel ricordarlo rimane dunque un senso di amarezza che non getta ombre, anzi, sulla vita di Peppino, grande imprenditore. A suoi figli Silvia e Francesco, che gestiscono oggi l’azienda, il compito di continuare la sua opera.

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