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Agricoltura: nel 2023, calo produttivo e contrazione del valore. L’analisi Ismea

2023-11-30T12:26:15+02:0030 Novembre 2023 - 12:26|Categorie: Mercato|Tag: , , |

Roma – L’agricoltura si avvia a chiudere il 2023 con un contributo negativo all’economia nazionale. Lo riferisce Ismea sulla base del report Agrimercati relativo al terzo trimestre del 2023. Tra luglio e settembre, si è registrato, infatti, un calo produttivo del settore, condizionato dalle anomalie climatiche, e una contrazione del valore, nonostante la crescita dei prezzi agricoli all’origine e il rallentamento dell’incremento dei costi di produzione.

I prodotti agricoli, trascinati dal comparto vegetale, hanno registrato un +5,7% su base annua (sintesi del +12,2% delle coltivazioni e del -1,5% del comparto zootecnico).  Al contrario decelera, secondo l’indice Ismea, la corsa al rialzo dei prezzi dei mezzi correnti di produzione, sulla scia delle riduzioni di mangimi, concimi e prodotti energetici, con un -3,1% su base trimestrale che riduce la crescita su base annua a un +0,5%. I costi a carico delle imprese agricole si mantengono tuttavia su livelli molto elevati. Per quanto riguarda i cereali, nel 2023 cresce il mais, aumenta la produzione di soia e rimangono stabili i raccolti nazionali di orzo. Le dinamiche del settore ortofrutticolo risultano condizionate dall’aumento dei costi di produzione (+24%) e dalle condizioni meteo che hanno ridotto l’offerta dei prodotti stagionali, determinando l’aumento dei prezzi in tutte le fasi di scambio. Critica la situazione dell’olio di oliva, che a settembre ha raggiunto livelli di listini mai registrati prima, per via delle minori disponibilità sia in Italia che nei principali paesi produttori.

Relativamente al vino, trascorsi i primi due mesi della nuova campagna vitivinicola (agosto e settembre) si conferma il calo delle produzioni, un ulteriore alleggerimento rispetto ai valori della vendemmia 2022 e un elevato livello di scorte (leggi qui).

Sul fronte zootecnico si evidenzia, relativamente alle carni, un calo della produzione nazionale di carne bovina (-12% per le manze), compensata dalla crescita dell’import (+4,7%) e un incremento dell’offerta di quella avicola che ha provocato un ridimensionamento dei prezzi l’origine. La filiera suinicola evidenzia ancora una tensione dei prezzi nelle varie fasi di scambio, per via della riduzione delle macellazioni (nei primi nove mesi del 2023 sono stati macellati quasi 600mila capi in meno rispetto allo scorso anno, con un calo produttivo del 7,5%). Per quanto riguarda i prodotti lattiero caseari, prosegue la riduzione delle consegne di latte, ma la pressione esercitata dai fornitori esteri ha contribuito a contenere il prezzo corrisposto agli allevatori.

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