Aumento prezzi della carne in Usa: il governo Biden denuncia le major per ‘monopolio’

2021-09-15T15:25:17+02:0015 Settembre 2021 - 14:01|Categorie: Carni, in evidenza|Tag: , |

Washington (Usa) – L’aumento ingiustificato dei prezzi della carne al dettaglio negli Usa da dicembre 2020 (+14% bovina, +12% suina, +6,6% avicola) sarebbe determinato da un controllo di tipo monopolistico da parte delle aziende Cargill Meat Solutions, Tyson Foods, Jbs e National Beef Packing. La denuncia arriva dalla nuova amministrazione americana guidata dal presidente Joe Biden. Brian Deese, direttore del Consiglio economico nazionale, e i vicedirettori Sameera Fazili e Bharat Ramamurti, hanno lanciato un manifesto in cui spiegano che le quattro grandi società controllano la maggior parte del mercato per manzo, maiale e pollame e, nel corso della pandemia, hanno aumentato i prezzi generando profitti record. Decisive le misure che l’Usda (il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) è pronto ad adottare per reprimere i prezzi illegali e far rispettare le leggi antitrust nell’industria della lavorazione della carne. Tra le nuove misure, una maggiore trasparenza delle attività commerciali dei trasformatori di carne in modo che non possano usare il loro dominio sul mercato; un investimento di 1,4 miliardi di dollari per aiutare i piccoli produttori, trasformatori, distributori colpiti da Covid-19; sovvenzioni, prestiti e assistenza tecnica per creare nuova capacità di lavorazione di carne e pollame che competerà con le major, costringendole ad abbassare i prezzi. Nel frattempo l’Usda sta conducendo un’indagine congiunta con il dipartimento di Giustizia sui prezzi nell’industria della lavorazione del pollo (che ha già condannato Pilgrim’s Pride a pagare una multa di 107 milioni di dollari).

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