Berni (Consorzio grana padano): “Il Ceta così non funziona”

2017-10-20T14:37:05+02:0020 Ottobre 2017 - 14:37|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , |

Desenzano del Garda (Bs) –  Ceta: per il mondo dei formaggi, così com’è impostato al momento non funziona. Si può sintetizzare in questa maniera la posizione assunta dal Consorzio grana padano d’innanzi ai primi effetti della la nuova intesa che regolamenta l’esportazione tra i Paesi dell’Unione Europea e il Canada. “Come da noi anticipato a suo tempo, i timori di una gestione canadese che limitasse molto i vantaggi previsti dall’aumento delle quote, erano purtroppo fondati”, sottolinea il direttore generale del Consorzio grana padano, Stefano Berni. “Inoltre, il dazio del 246,5% sui formaggi Ue in Canada rende economicamente inaccessibile importare caseari al di fuori delle quote”. L’assegnazione delle quote aggiuntive previste dal Ceta non starebbe favorendo come avrebbe potuto e dovuto l’incremento delle esportazioni. “La distribuzione a pioggia ad operatori improvvisati, anziché agli storici importatori strutturati si sta rivelando un ostacolo organizzativo rilevante e potrebbe essere foriero di storture tali da essere incompatibili con le finalità e gli obiettivi del Ceta”, prosegue il Dg del Consorzio grana padano. “L’avevamo annunciato al commissario Hogan e ora lo stiamo di nuovo sollecitando: o la Ue trova il modo di correggere queste storture da noi previste e annunciate, o il Ceta assolverà la stessa funzione di una bellissima torta posta su un tavolo di diabetici. Bella da vedere ma che si può appena assaggiare, illudendo prima e deludendo poi i produttori di formaggi pregiati della Ue”.

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