Biancoforno: tensione fra Cgil e l’azienda/2. Il commento del presidente Luca Lami

2024-05-17T13:18:01+02:0017 Maggio 2024 - 13:18|Categorie: Dolci&Salati, in evidenza|Tag: , , , , |

Fornacette (Pi) – Dopo il presidio indetto dalla Flai Cgil di Pisa di fronte al sito produttivo dell’azienda dolciaria Biancoforno (leggi qui) e dopo che il caso è stato sollevato in Parlamento, abbiamo parlato con il presidente dell’azienda Luca Lami.

Il presidente si è detto amareggiato per non essere stato contattato da nessuno dei media, al di fuori della nostra testata, dopo la manifestazione, per verificare la posizione dell’azienda e la veridicità delle accuse mosse, dalla Cgil, nei confronti di Biancoforno: “L’onorevole Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi e Sinistra, ha preso le parti della Flai Cgil e dei lavoratori senza prima accertarsi con l’azienda delle effettive condizioni dei lavoratori e dei processi produttivi”, sottolinea Luca Lami.

Non solo, il presidente di Biancoforno ribadisce: “L’azienda è aperta a chiunque voglia verificare la sua posizione. Intendo sottolineare che, non avendo un locale idoneo per le assemblee sindacali, a ogni richiesta, ci siamo sempre attivati per prenotare a spese nostre un locale nei pressi del nostro sito produttivo, facendoci carico dei costi per un bus navetta e pagando ai lavoratori il tempo del tragitto”.

Esigua, secondo Lami, la presenza di lavoratori durante la manifestazione della Cgil: “Saranno stati presenti circa 15-20 dipendenti, contro i 200 totali dell’azienda. Anche in questa occasione nessuno ci ha chiesto un incontro”.

Lami ha voluto inoltre ringraziare Alessandro Glisenti di Unione Italiana Food, che prima della manifestazione, è riuscito ad aprire al dialogo programmando la prossima riunione per martedì 4 giugno. E rilancia: “Un tavolo di discussione aperto e sincero sarebbe stato sufficiente a trovare un punto di incontro fra l’azienda e i dipendenti”.

Nel duello giudiziario con i sindacati, Biancoforno ha avuto ragione nei primi due gradi di giudizio. Si attende ora la sentenza della Cassazione.

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