Canada, l’assessore lombardo all’Agricoltura Fava: “Pronto a portare avanti questa battaglia se il settore me lo chiederà”

2017-03-03T14:30:44+02:003 Marzo 2017 - 14:29|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , |

Milano – L’assessore lombardo all’Agricoltura, Gianni Fava (foto), interpellato dalla redazione di Alimentando.info, è intervenuto sulla vicenda delle quote aggiuntive per le importazioni di formaggi italiani in Canada, che il governo locale non sta assegnando, nonostante siano previste dal Ceta (leggi qui). “La questione non è sollecitare o meno Roma su una vicenda che di fatto riguarda l’Unione europea e che è stata gestita in maniera carbonara, senza che i dettagli del negoziato trapelassero in maniera dettagliata”, commenta Fava. “Come è già capitato in altre occasioni, Regione Lombardia ha scritto e sollecitato il governo; personalmente lo sto facendo dal 2013, da quando cioè ho accettato di assumere l’incarico propostomi dal governatore Maroni per la difesa dell’agricoltura lombarda. Molto spesso mi sono trovato di fronte a ministeri competenti, che non hanno mai risposto o non hanno risolto i più diversi problemi. Si sono avvicendati governi e ministri, ma la costante è stata la scarsa efficienza”. E quanto alla risoluzione della sposa questione delle quote, Fava precisa: “Se il comparto dovesse chiedermi di farmi carico di questa battaglia, volentieri la porterò avanti”. E riguardo alle politiche comunitarie per l’agroalimentare, il giudizio di Fava è netto: “Figuriamoci se Bruxelles sta tutelando nella maniera migliore l’export del made in Italy, quando ha accettato un accordo al ribasso con il Canada e non ha difeso l’intero pacchetto di prodotti a denominazione, trascurando alcune indicazioni geografiche significative. Qualcuno si è lasciato irretire dalle sirene di un possibile incremento dell’export alimentare verso il Canada, che per la Lombardia vale 85 milioni di euro, mentre ha perso completamente di vista il rischio derivante dall’apertura delle frontiere di un mercato che produce con regole molto diverse dalle nostre e con tutele molto inferiori, in alcuni frangenti”.

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