Cellie: “Sarà il Cibus della ripartenza”

2021-08-27T11:43:14+02:0027 Agosto 2021 - 11:29|Categorie: Aperture del venerdì, Fiere, in evidenza|Tag: , , |

La presenza di buyer italiani ed esteri. Le misure anti-Covid. Le degustazioni all’interno degli stand. Tutte le novità della manifestazione in scena dal 31 agosto al 3 settembre. Parla l’amministratore delegato di Fiere di Parma.

C’è grande attesa per Cibus, la prima fiera internazionale del food&beverage che segna la ripartenza del settore. A raccontarci in anteprima le tante novità della manifestazione, che si apre martedì prossimo, è Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma.

Il 31 agosto inizia Cibus. È tutto pronto?

Noi siamo pronti ed entusiasti di aver vinto sfida questa sfida: quattro o cinque mesi fa era difficile pensare a una grande fiera internazionale con inizio il 31 agosto. E sarà la prima fiera del food&beverage al mondo dopo la pandemia.

Che riscontri avete sui buyer italiani?

Ottimi. Abbiamo un numero interessante anche perché tanti buyer italiani non incontrano i loro fornitori da febbraio 2020, ovvero dall’inizio della pandemia. Nel frattempo l’industria italiana si è focalizzata su temi importanti come salubrità, sostenibilità, filiera, ecc. Mettendo a punto una serie di innovazioni che saranno presentate in fiera.

Com’è andato l’incoming di buyer esteri?

Quest’anno ci attendiamo 42mila visitatori, di cui 3mila buyer che gestiamo direttamente. Di questi, 1.500 sono nazionali e gli altri esteri. Teniamo conto che a Cibus, di solito, sono presenti 82mila visitatori e circa 5mila buyer. Da dove arriveranno gli stranieri? Perlopiù da Europa e Nord America, ma anche Medio Oriente e Asia (in particolare Giappone e Corea del Sud). Poche le presenze dal Sud America e dalla Cina.

Quali misure anti-Covid sono previste?

Abbiamo puntato su una manifestazione Covid-free, chiedendo il green pass (prima ancora che diventasse legge) a tutti gli allestitori e agli operatori. Già da tempo ci siamo attrezzati con lettori scanner, e saranno presenti due centri per effettuare tamponi rapidi, con esito in 15 minuti. Nel caso – altamente improbabile – in cui ci sia un caso di positività, grazie a un accordo con l’Asl, abbiamo previsto il trasferimento in appositi ‘Covid hotel’.

Sarà dunque una fiera ‘sì-vax’?

Certamente. Il settore del food&beverage, soprattutto l’Horeca, non può permettersi un altro lockdown. Aggiungo che su 42mila visitatori attesi, secondo i nostri calcoli, non avranno il green pass circa 350-400. Non si creeranno quindi problemi particolari all’ingresso.

Come si eviteranno eventuali assembramenti?

La fiera si sviluppa su 140mila metri quadrati lordi, quindi lo spazio è più che abbondante. È circa il quadruplo dello spazio per persona a disposizione in un centro commerciale, giusto per dare un’idea. In ogni caso abbiamo preparato precise linee guida per gli stand, con un numero massimo di persone all’interno e percorsi ben definiti.

Saranno possibili le degustazioni all’interno degli stand?

Assolutamente sì. Ma non potranno essere self service, solo il personale potrà somministrare il cibo. Esattamente come avviene oggi nei pubblici esercizi.

Dal 2022 Cibus diventerà annuale?

Come tutti i grandi eventi per altri settori, pensiamo al Salone del Mobile o al Vinitaly, Cibus deve diventare annuale. E deve, al contempo, diventare più efficace ed efficiente. A tendere, credo che le fiere avranno un ruolo importantissimo, perché saranno il momento in cui si concentrano gli appuntamenti strategici per il business. L’anno prossimo avremo Cibus all’inizio di maggio, ma prima ci sarà una manifestazione importante come l’Expo di Dubai, che inizierà il 1° ottobre e si chiuderà nella primavera dell’anno prossimo. Saremo presenti con M-Eating Italy, ovvero un Fine Dining Restaurant&Lounge a disposizione delle aziende alimentari e non solo. E poi ripartiremo con Cibus 2022.

A proposito, quali servizi verranno offerti all’Expo di Dubai per le nostre aziende?

Una piattaforma nel cuore di Expo di circa 1.500 metri quadri a disposizione di istituzioni e imprese per hospitality e business matching. Un ristorante di altissimo livello dove le aziende potranno invitare gli ospiti, organizzare eventi, somministrare o esporre i loro prodotti.

Come procedono le manovre per un unico hub Cibus-Tuttofood che faccia concorrenza alle grandi fiere estere?

Ho sempre detto che Parma e Milano hanno missioni diverse. Cibus è una fiera di territorio e del made in Italy, che valorizza i nostri grandi marchi, le indicazioni geografiche, le filiere e deve crescere e consolidarsi come tale. A Milano non serve un altro Cibus, ma un evento in grado di competere con le grandi fiere mondiali come Anuga e Sial, dove gran parte degli espositori vengono dall’estero. Se e quando noi e Federalimentare potremo contribuire a questo virtuoso progetto di sistema per tutto il Paese, siamo ovviamente a disposizione.

Torna in cima