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Centinaio (sottosegretario al Mipaaf): “Abbiamo disinnescato una bomba nucleare”

Sarebbe entrata in vigore oggi una assurda legge varata dal governo Conte. Che prevedeva la depenalizzazione per produzione e vendita di cibo adulterato. Ma Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole, ci ha messo una pezza.

Poteva essere un pasticciaccio dalle conseguenze pesantissime per la salute dei consumatori. A causa della nuova disciplina penale relativa alla produzione e alla vendita di cibi adulterati. Avrebbe dovuto scattare proprio oggi, 26 marzo: una rivoluzione copernicana che avrebbe visto il passaggio da reato penale a semplice sanzione pecuniaria al massimo di 3mila euro. A rendere possibile l’azione penale è la legge 283 del 1962: una norma che all’articolo 5 prevede appunto la possibilità di perseguire chi utilizzi sostanze alimentari adulterate o contaminate. Un caposaldo della sicurezza alimentare ritenuto evidentemente superato dal governo Conte. Già, perché tra i firmatari del decreto legislativo 27/2021, che avrebbe cancellato la legge 283 e pubblicato in Gazzetta ufficiale l’11 marzo, troviamo proprio lui, insieme a una serie di ministri: Vincenzo Amendola (Affari europei), Luigi Di Maio (Esteri), Roberto Gualtieri (Economia), Francesco Boccia (Affari regionali). Ma anche un tris da far rizzare i capelli: Roberto Speranza (Salute), Stefano Patuanelli (allora al Mise, oggi al Mipaaf) e Alfonso Bonafede (Giustizia). Un autogol clamoroso: possibile che nessuno si sia accorto delle possibili conseguenze? Alcuni magistrati avveduti hanno subito sollevato il caso. E Gian Marco Centinaio, sottosegretario al Mipaaf, insieme ai tecnici del ministero, ci ha messo una pezza. Eccolo ai nostri microfoni.

Avete disinnescato una bomba nucleare o sbaglio?

Pare di sì. Mi sembra che il problema sia stato risolto.

Di che cosa si trattava?

Si trattava di un provvedimento che andava a depenalizzare tutti coloro che vendevano prodotti adulterati o scaduti. Sarebbe stato un pasticcio che avrebbe potuto compromettere le nostre politiche degli ultimi 60 anni. Che hanno sempre messo al centro la tutela, anche preventiva, dei consumatori e la difesa del Made in Italy agroalimentare.

Ho letto la disposizione. Come mai è sfuggita una cosa così evidente?

È sfuggita nel momento in cui lo Stato è andato ad accettare alcune direttive dell’Unione europea, che toccavano una legge italiana che serve a tutelare i consumatori. E quindi è sfuggita. Per fortuna, senza conseguenze. Nel senso che, una volta tanto, la politica si è resa conto dell’errore e nel giro di pochi giorni abbiamo risolto il problema.

Era una legge che sarebbe entrata in vigore oggi. E che depenalizzava la vendita e la produzione di sostanze alimentari e di bevande adulterate. Cosa avete fatto voi concretamente?

Sarebbe dovuta entrare in vigore oggi, ma un’interpretazione da parte del Ministero l’ha modificata. Tutto molto semplice, non ci è voluto tanto. La fortuna è stata proprio questa. I Ministeri a livello tecnico si sono attivati immediatamente.

Tutto ritorna come prima a questo punto?

Esattamente. I consumatori sono ancora tutelati. Per fortuna ci era stata segnalata questa notizia e, di conseguenza, la normativa, nella sua vecchia impostazione, non ha fatto in tempo a essere approvata.

Una tutela dei consumatori, ma anche una tutela delle aziende che si comportano in modo corretto e serio.

Assolutamente. Soprattutto in un Paese come il nostro, dove i controlli dell’agroalimentare e, in particolare, dei reati, sono molto rigidi e rigorosi. Siamo considerati a livello mondiale tra i Paesi dove i prodotti alimentari sono i più attenzionati. E questo, a mio parere, è una nostra eccellenza. Faccio un esempio banale. Anni fa ho incontrato il ministro delle dogane cinesi che decide se le merci possano entrare oppure no nel loro Paese. Mi diceva sempre che quando doveva inserire i prodotti italiani era tranquillo. In quanto il sistema di controllo italiano è il più efficiente al mondo. Siamo considerati un’eccellenza. Da tutti. E vogliamo confermare questa reputazione.

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