Cibus: il pagellone

2021-09-03T13:03:31+02:003 Settembre 2021 - 13:03|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza|Tag: , , , , , , |

I voti all’edizione balneare dell’evento organizzato da Fiere Parma. Molte luci. Qualche ombra.

Di Angelo Frigerio

Buyer italiani – voto 6

Era la più grande preoccupazione degli espositori. Un Cibus da Deserto dei Tartari in attesa del “nemico” che terrorizzava tutti. Qualche insegna, Esselunga ad esempio, aveva detto chiaramente che i suoi buyer non sarebbero venuti. Altre avevano nicchiato. Invece no. Abbiamo visto compratori di Carrefour, Selex, Coop, Conad, Sogegross, Crai, Pam e Sigma. Pochi ma buoni. Molti invece i ristoratori e le gastronomie.

Buyer esteri – voto 7

Ne abbiamo intervistati 15 provenienti da tutto il mondo. Rappresentanti di catene – Aeon, Rewe, Intermarchè e Lulu ad esempio -, importatori e distributori di ingredienti e materie prime per l’horeca. Tutti molto soddisfatti della fiera e dell’organizzazione. Tutti alla ricerca di prodotti che rappresentassero l’eccellenza del made in Italy. Anche in questo caso: pochi ma buoni.

Gli stand – senza voto

Doveva essere una fiera in tono minore ma, in alcuni casi, non lo è stata proprio. Lo stand più bello è stato sicuramente quello di Parmacotto, innovativo e spettacolare. Ma non bisogna dimenticare Inalpi, con i piatti “stellati” di Giampiero Vivalda, Clai e Parmigiano Reggiano. Una menzione speciale a Paganoni che ha realizzato un beach stand molto simpatico.

Cibus After – voto 4

L’idea era sicuramente bella: radunare, dopo le 18.00, tutti gli espositori in una sorta di aperitivo mega. Doveva essere una festa ma si è trasformato in un rave party: poche le mascherine, molte le bottigliette di birra e altro in giro ma soprattutto distanziamento zero. Ci mancavano solo i rasta e le canne. Dopo tutte le raccomandazioni sulla prevenzione e le normative anti Covid…

Norme di sicurezza – voto 7

Cibus After escluso, le normative anti Covid sono state mediamente rispettate. Controlli all’ingresso, il tampone gratis per chi non aveva il green pass, bagni sempre puliti, mascherine obbligatorie nei padiglioni. Non tutti le hanno rispettate ma qui subentra la dimensione personale. L’organizzazione non c’entra.

Gli assaggi – voto 5

Qui non si può generalizzare. C’è chi è stato ligio e ha evitato qualsiasi assaggio di prodotti e chi invece ha “sbracato” del tutto. Abbiamo visto gente che immergeva le mani in contenitori con olive sott’olio, assaggi di formaggi “liberi”, piattini con prodotti di vario genere che circolavano fra gli stand. E’ chiaro che in una fiera dell’alimentare è fondamentale far assaggiare la merce ma se ci sono regole, queste vanno rispettate. Da tutti.

Giudizio complessivo – voto 7

Le aspettative erano basse. L’edizione balneare di Cibus rischiava di tramutarsi in una Caporetto per Parma. Non è stato così. I buyer hanno risposto all’appello (vedi sopra). L’organizzazione, anche per quel che riguarda la logistica, ha tenuto. Come ho sempre detto, il bello di questa fiera è stato la possibilità finalmente di incontrarsi, di stringersi la mano, di scambiare quattro chiacchiere in libertà. E’ emersa tutta la voglia di umanità repressa da due anni di Covid. Anche le due tavole rotonde e gli Awards organizzati dal nostro gruppo editoriale sono andati bene. Questo il dato positivo. Il resto lo mettiamo in secondo piano. Ci sarà tempo per ripensare al ruolo delle fiere e alla loro funzione. Per ora godiamoci questo ritorno a una quasi normalità.

 

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