Reggio Emilia – Acque agitate nel Consorzio del Parmigiano Reggiano. A riportare la notizia è Reggio Report, secondo cui la posizione del presidente Nicola Bertinelli sarebbe alquanto complicata. La riunione del Consorzio tenutasi lo scorso 9 agosto, spiega la testata, avrebbe infatti evidenziato la volontà del Comitato esecutivo di non rinnovare la fiducia a due stretti collaboratori del presidente: Carlo Mangini e Marcello Turini, rispettivamente direttore marketing e chief business development officer del Consorzio.
Bertinelli, continua Reggio Report, avrebbe poi ottenuto pareri avversi nei consigli di sezione del Parmigiano Reggiano. La sezione di Modena – che conta cinque consiglieri nel Cda del Consorzio – sarebbe unanime nel non rinnovare le consulenze a Mangini e Turini. La stessa posizione l’avrebbero il consigliere di Bologna, la sezione di Mantova (tre consiglieri nel Cda del Consorzio) e quella di Reggio Emilia (9 consiglieri nel Cda di via Kennedy): tutti a favore della rimozione dei due manager e contro Bertinelli. Confcooperative e Legacoop, inoltre, avrebbero chiesto le dimissioni dello stesso presidente del Consorzio. La sezione di Parma – che conta 10 consiglieri nel Cda del Consorzio Parmigiano Reggiano – avrebbe invece deciso di rimandare la decisione a una nuova riunione convocata per il 24 agosto.
Ma quali sarebbero i motivi di questa crisi? Il primo riguarderebbe i conflitti d’interesse intorno alla figura di Bertinelli che, oltre alla carica di presidente del Consorzio, gestisce anche un’azienda agricola a Medesano, in provincia di Parma. Il secondo motivo, spiega Reggio Report, riguarderebbe invece il crollo delle quotazioni del Parmigiano Reggiano. Malgrado l’aumento delle spese pubblicitarie finanziate con l’incremento del prelievo per ogni forma prodotta, il prezzo all’ingrosso della Dop avrebbe raggiunto 9 euro/chilo.
Il commento di Angelo Frigerio
Nicola Bertinelli ha oggettivamente impresso una svolta nella conduzione del Consorzio Parmigiano Reggiano. Lo ha svecchiato e rilanciato. Un errore forse, nella sua gestione, è stato quello di allinearsi troppo sulle posizioni di Coldiretti. Certo la mania di protagonismo non gli manca, ma è questione di carattere. Non si può farne una colpa. Come pure non può essere il capro espiatorio per le quotazioni del Parmigiano. Da sempre oscillano fra alti e bassi. La questione delle sue dimissioni è quindi solo esclusivamente ‘politica’. Ma siamo sicuri che la sua eventuale fuoriuscita sarà un bene per il Consorzio?