Parma – Come prevedibile, il suino vivo italiano torna a superare la soglia dei 2,30 euro/kg per la seconda volta nella storia. La prima è avvenuta l’anno scorso, esattamente il 21 settembre. Sarebbe poi cresciuto, a un ritmo inferiore a 1 centesimo per seduta, fino a toccare la forbice 2,327-2,331 (media 2,329 euro/kg), passata agli annali come il record storico. Sembrava fosse impossibile tornare a quel picco.
Nel corso del 2024, il valore era sceso: a maggio era tornato sotto i 2 euro, e per un mese, quello di giugno, era stato addirittura sotto gli 1,90. La peste suina, ma non solo, ha sconvolto lo scenario, e la carenza di capi disponibili ha fatto schizzare il prezzo alle stelle, con un ritmo molto veloce: da inizio luglio, infatti, il maiale è cresciuto di 41,9 centesimi, in media 3,2 centesimi a seduta, complessivamente il 22,1%.
Oggi il suino pesante Dop vale 2,314 euro/kg, il leggero è a 2,254, la classe 144/152 kg ha superato i 2,22. Tra i non tutelati, il pesante segna 2,106 euro/kg e in generale oltre i 144 kg il listino supera i 2 euro di quotazione. Le ripercussioni sui tagli sono pesantissime: le cosce per i prosciutti Dop sono a 6,33 euro/kg (record storico), le coppe per un mese sono state quotate a 7,90 euro/kg (record storico stracciato di gran lunga)
Spalla, pancette, trito da banco e lardo di 4 cm hanno superato i 5 euro, gola e pancettone hanno superato i 3 (leggi qui). Una situazione pesante, destinata ad aggravarsi ancora, anche perché in questo contesto aumento la difficoltà a reperire il prodotto.