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Dazi cinesi sui prodotti lattiero caseari Ue, Zanetti (Assolatte): “Conseguenze su tutta la filiera”

2025-12-24T09:31:43+01:0024 Dicembre 2025 - 09:31|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , , , , , |

Roma – “Sto ricevendo diverse cancellazioni di ordini. In Cina sarò stato oltre 40 volte, è un mercato che conosco benissimo: questi livelli di tariffe non sono sostenibili”. A commentare così i dazi provvisori antidumping che la Cina ha imposto sull’export di prodotti lattiero-caseari europei a partire da ieri 23 dicembre è Paolo Zanetti, presidente di Assolatte e imprenditore a capo dell’azienda omonima nata a Bergamo nel 1900.

Il provvedimento voluto dal Ministero del Commercio cinese prevede tariffe doganali variabili tra il 21,9% e il 42,7% (approfondisci qui). Barriere che, spiega il presidente di Assolatte in un’intervista al Corriere della Sera, “rischiano di compromettere la tenuta economica delle imprese italiane. Nel 2024, l’Italia è diventato il primo Paese esportatore di formaggi in Cina a livello europeo. Vendiamo prodotti freschi come il mascarpone, che i cinesi utilizzano per il Tiramisù, e qui i dazi sono passati dal 12% al 40%. E i formaggi della tradizione come il Parmigiano e il Grana, che passano dall’8% al 36%”.

Il mercato cinese rischia di morire per noi, considerato anche l’euro forte”, prosegue Zanetti. Che ribadisce che il provvedimento penalizza ingiustamente un comparto che nulla ha a che vedere con le tensioni commerciali in corso. “Le imprese italiane esportano in Cina 11.600 tonnellate di formaggi all’anno. Stiamo parlando di un mercato che in futuro sarebbe potuto diventare ancora più importante e che, se si chiude, avrà conseguenze su tutta la filiera: il prezzo del latte, l’agricoltura, la zootecnia”.

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