• Peste suina

Emergenza peste suina, i commenti dei deputati Vaccari (Pd) e Foti (Fdi)

2024-02-26T09:21:10+02:0026 Febbraio 2024 - 09:21|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , , , , , |

Roma – Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, prende posizione sui casi di peste suina in Emilia Romagna. “Bene ha fatto l’assessore Regionale all’agricoltura, Alessio Mammi, a chiedere al Governo un cambio di passo e che si valuti lo stato di calamità del settore perché potrebbe rendere disponibili quei poteri straordinari che possano consentire procedure rapide sia per quanto riguarda la riduzione della specie cinghiale, sia nel mettere in sicurezza le aziende e garantire i ristori a quelle che già oggi attraversano una fase critica per le restrizioni imposte dal commercio dei prodotti della salumeria. Più volte abbiamo sollecitato il commissario a fare presto coinvolgendo le regioni anche con poteri speciali. Di fronte a queste richieste, la destra e il governo hanno preferito impegnarsi su norme di nessun rilievo per l’agricoltura solo per poter comunicare di aver impegnato il tempo a disposizione”.

Tommaso Foti, capogruppo alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia, entra nel merito dell’operato delle Regioni sulla peste suina. “Sulla Psa è ora che anche la regione Emilia Romagna si assuma le proprie responsabilità. L’azione del commissario straordinario nazionale Vincenzo Caputo è stata da subito indirizzata a favorire una maggiore quantità di prelievo dei cinghiali così da eliminare il diffondersi della malattia e i risultati sono estremamente positivi in Piemonte e Lombardia, regioni che hanno seguito le linee dettate dai decreti commissariali. Hanno aumentato infatti, in maniera evidente, il prelievo rispetto alla media rilevata nel periodo 2019/2021: il Piemonte passa da 28mila capi a 34mila e Lombardia da 13mila a 15.500, e ciò nonostante la presenza di zone rosse, cioè di zone precluse all’attività venatoria. Per contro, i dati riferiti all’Emilia Romagna, regione in cui nulla è ancora stato fatto in attuazione delle linee commissariali, il prelievo nel 2023 è drasticamente diminuito, addirittura di due terzi rispetto alla media degli anni 2019/2021, passando da una media di abbattimento di 31mila capi a quella di meno di 13.500 capi”.

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