Emergenza rincari, la lettera di Granarolo: “Il Governo si limita ad apparecchiare la tavola”

2022-02-23T09:56:20+02:0022 Febbraio 2022 - 10:01|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , , , |

Bologna – Gli allevatori della filiera di Granarolo hanno reso pubblica una lettera indirizzata ai presidenti di Confagricoltura, Coldiretti, Cia; ai presidenti di Coldiretti, Confagricoltura e Cia di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Marche, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia; ai presidenti di Fedagri, Legacoop Agroalimentare,  Agci-Agrital, Assolatte e Federalimentare. Il tema, naturalmente, è l’inflazione e il crescente costo della produzione.

“In qualità di consiglieri della cooperativa Granlatte e di Granarolo Spa, a nome dei nostri 600 colleghi allevatori distribuiti in tutto il paese, sentiamo il bisogno di sollecitare le organizzazioni della rappresentanza agricola, della trasformazione e della cooperazione ad una presa di posizione a sostegno dell’intera filiera lattiero-casearia italiana”, si legge nelle prime righe della lettera, in cui si sottolinea che “questa volta è allarme rosso davvero per la tenuta del sistema, come non è mai stato in passato ed è sbagliato concentrare l’attenzione solamente sul consumatore finale”.

Per questo motivo, i consiglieri chiedono che “chi produce sia salvaguardato non di più, ma quantomeno alla stregua di chi compra, distribuisce e di chi consuma ed è necessario riconoscere il giusto prezzo per un cibo di qualità e sostenibile, in primo luogo proprio da parte di chi lo compra, lo distribuisce e lo consuma. Non esiste nessuna possibilità di superare indenni l’onda inflattiva nel breve periodo e nessuno può pensare di scaricarla interamente a monte o a valle”. “Se continua così – si legge – agli allevatori non basteranno i 41 centesimi e chi trasforma avrà la necessità di scaricare parte dell’inflazione sui listini per non chiudere. Le catene della distribuzione stanno preservando la capacità di acquisto delle famiglie italiane, ma la coperta è chiaramente troppo corta e chi non riesce a coprirsi rischia di non superare la nottata”.

Poi, un commento rispetto all’accordo di filiera firmato a novembre: “Un punto a favore del protocollo è stata l’istituzione di un tavolo permanente che vede partecipi tutti gli attori, il modo agricolo, la trasformazione, la cooperazione e la distribuzione. Il Governo si limita ad apparecchiare la tavola ma non ha messo ancora nulla sul tavolo. Adesso che finalmente un tavolo esiste, andrebbe usato per fare qualcosa di concreto e soprattutto per farlo in fretta, andando oltre i contenuti dell’attuale protocollo, per dare una risposta prima che il sistema imploda su se stesso”.

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