Food industry summit (1). L’eurodeputato Dorfmann: “Sta tornando il patriottismo alimentare”

2021-05-20T15:10:10+02:0020 Maggio 2021 - 10:46|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

Milano – “Qualcosa sta cambiando: c’è un ritorno al patriottismo a discapito della globalizzazione”. Parla chiaro Herbert Dorfmann, eurodeputato della Südtiroler Volkspartei, nel corso del Food industry summit organizzato oggi dal Sole 24 Ore. “La settimana prossima a Bruxelles abbiamo una carrellata di triloghi, ovvero momenti di negoziazione tra stati membri e andremo a chiudere il dibattito triennale sulla Pac. Le proposte dell’allora commissario all’Agricoltura Phil Hogan oggi sembrano di altri tempi, dato che tante cose sono cambiate. Abbiamo un parlamento nuovo e una commissione nuova che vuole un’Europa più sostenibile, con il Green New Deal e la strategia Farm to Fork. 18 mesi di Covid sono un’esperienza che ha fatto capire quanto conta la sicurezza alimentare in Europa: i nostri scaffali sono stati sempre pieni. E questo anche grazie a una politica agroalimentare intelligente. Sono convinto che questa pandemia abbia cambiato l’Europa e il mondo, anche per l’alimentazione”, dichiara Dorfmann. “Usciamo da decenni di globalizzazione molto spinta ma ora vediamo un ritorno al patriottismo, non al nazionalismo, anche per l’agroalimentare”, prosegue. “Per esempio, vengo da una zona dell’Italia dove si producono tante mele, e da anni l’import di mele dall’Australia sta diminuendo: i consumatori si chiedono perché si debbano comprare prodotti esteri quando ci sono anche italiani. E’ giusto comprare la carne brasiliana o è meglio la nostra?  Tre o quattro anni fa le macellerie erano piene di steak argentina, ora quasi non si vede più. E’ un segno che qualcosa sta cambiando. Si va verso un equilibrio tra globalismo e patriottismo. Ad oggi vedo alcuni obiettivi importantissimi per la Politica agricola comune: deve premiare gli agricoltori ‘giusti’, ossia i giovani o meno giovani, grandi e piccoli, basta che siano veramente innovativi. Il problema è che la politica agricola di oggi spesso non premia chi fa veramente agricoltura, ma i proprietari del terreno o peggio i proprietari di un titolo di pagamento che agricoltori non sono più, o solo marginalmente. Ma sono soldi persi per lo sviluppo dell’agricoltura. Serve una politica che premia chi fa agricoltura innovativa e biologica”. In tema di sostenibilità ha poi aggiunto: “Troppi consumatori dicono che vogliono la sostenibilità, ma poi al supermercato vanno alla caccia del ‘pago uno prendo tre’. Se non convinciamo i consumatori che una richiesta di sostenibilità è anche un costo, con un riflesso sul prezzo, non andremo da nessuna parte”.

Torna in cima