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Frattaglie suine: la Cina guida la domanda globale. L’analisi di Teseo by Clal

2025-07-03T11:20:24+02:003 Luglio 2025 - 11:20|Categorie: Carni, Salumi|Tag: , , , |

Sermide (Mn) – Nei primi cinque mesi del 2025, la Cina ha importato oltre 473mila t di frattaglie suine, pari al 51% del totale delle importazioni di carni suine. A livello globale, nel 2024, il 79% del commercio internazionale di frattaglie (HS 020649) ha avuto come destinazione l’Asia Sud‑Est, con la Cina in prima linea come mercato di destinazione.

Questa la fotografia fornita da Marika De Vincenzi di Teseo by Clal, che in un’approfondita analisi sottolinea le motivazioni di tali numeri. “Nella cultura cinese nulla del maiale è spreco. Orecchie, zampe, intestini, nasi sono ingredienti preziosi, non scarti, e sono integrati in hot‑pot, snack, piatti regionali”, si legge nell’analisi. “Per soddisfare la domanda quotidiana di snack, take-away e prodotti per la ristorazione, la filiera domestica cinese (dall’allevamento alla macellazione e lavorazione) fatica a garantire i volumi richiesti e a rispettare gli standard sanitari, di tracciabilità e sicurezza alimentare sempre più attesi da consumatori e distribuzione moderna”.

Un’opportunità di export non indifferente per i Paesi occidentali, dall’Europa all’America, dove invece le frattaglie suine sono considerate prodotti a basso valore commerciale sul mercato interno. “In Cina”, sottolinea De Vincenzi, “le frattaglie vengono vendute a prezzi competitivi, attorno ai 2,11 USD/kg. Nel 2024, le importazioni cinesi di frattaglie (codice HS 020649) hanno superato le 1,14 milioni di tonnellate (+4,4% rispetto al 2023), rendendo gli scarti suini il segmento più dinamico dell’intero import di carni suine”.

Oltre alla Cina, come si evince dall’analisi, stanno emergendo nicchie interessanti in altre aree del mondo, come Asia (Filippine, Corea del Sud, Vietnam, Giappone), America Latina (Messico) e Nord America (Usa). In parallelo, “anche l’offerta globale si sta adattando: paesi produttori come Brasile e Argentina stanno ampliando i loro protocolli di esportazione per fornire tagli su misura non solo alla Cina, ma anche a questi mercati emergenti”, conclude l’analisi (clicca qui per approfondire).

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