I lavoratori del gruppo Ferrarini a Milano: “Intesa vuole portare Vismara al fallimento, vergogna!”

2022-12-22T14:58:07+02:0022 Dicembre 2022 - 13:37|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , , |

Milano – Due pullman di lavoratori Ferrarini sono giunti questa mattina davanti alla sede di Banca Intesa per protestare contro l’istituto creditizio, che sarebbe la causa del congelamento della vendita di beni immobili della famiglia Ferrarini. Immobili però messi a garanzia del debito contratto con le banche venete, poi incorporate in Intesa. Leader della manifestazione è il sindacalista Fai Cisl Stefano Migli, che già lo scorso anno è stato protagonista di una protesta contro Intesa, accusata di aver attaccato la proposta Pini-Amco.

“Dipendenti Vismara, è una vergogna!”, grida Migli. “Oggi a dare sostegno ai dipendenti Vismara ci siamo tutti, ci sono tutte le aziende del gruppo: la Ferrarini con gli stabilimenti di Reggio Emilia e Langhirano, i caseifici e le società agricole della Ferrarini”.

Una dipendente interviene leggendo un documento: “Giù le mani dal lavoro delle persone oneste, siamo persone oneste che vogliono lavorare e fanno gli straordinari, non andiamo in giro a chiedere milioni di euro. Questi signori di Banca Intesa hanno chiesto milioni di euro da pagare in una settimana, entro Natale, per dei crediti nulli, farlocchi”. Seguono poi i cori della folla: “Vergogna! Vergogna!”.

Un’altra lavoratrice aggiunge: “Siamo solo dipendenti diretti, non esistono cooperative in appalto, siamo tutti molto uniti, una grande famiglia, vogliamo che Banca Intesa ci lasci stare, non abbiamo bisogno di loro. Senza questi attacchi fondati su un mutuo nullo, avremmo la garanzia di salvarci e di mantenere tutti il nostro posto di lavoro. Banca Intesa è qui ad attaccare Vismara, ma per portarla dove? Al fallimento? Ma noi abbiamo il lavoro, non ci interessa il reddito di cittadinanza”.

A margine della notizia, due precisazioni: la manifestazione non è stata concordata con i sindacati di categoria, ma si tratta di un evento ‘spontaneo’. A questo proposito, ci piacerebbe sapere chi ha pagato i pullman e i materiali della protesta

 

Torna in cima