Intesa vs Ferrarini: il Tribunale blocca la vendita di immobili della famiglia

2022-11-15T08:33:28+02:0015 Novembre 2022 - 08:33|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , |

Reggio Emilia – Nuovo capitolo della guerra tra Intesa Sanpaolo e Ferrarini. La prima sezione civile del Tribunale di Reggio ha infatti revocato la vendita di alcuni immobili e terreni da parte della famiglia Ferrarini. La battaglia legale inizia da lontano, come spiega il quotidiano La Verità: nel 2014 viene stipulato un mutuo da 32 milioni di euro, erogato da Veneto Banca a Immobiliare Vendina, società della galassia Ferrarini. A garanzie del mutuo vengono posti una serie di beni, poi nel 2017 l’istituto veneto finisce in liquidazione e viene incorporato da Intesa. Che cerca di recuperare le somme. A quel punto, il Tribunale di Reggio condanna i fratelli Ferrarini a pagare, in solido tra loro, i 32 milioni. I Ferrarini impugnano il decreto ingiuntivo, adducendo che il debito sarebbe inferiore. Arriviamo così alla sentenza dei giorni scorsi, firmata dal giudice Daniele Mercadante: il 20 luglio 2018, proprio nei giorni in cui il Cda chiede il concordato, gli immobili oggetto del decreto ingiuntivo vengono donati a Francesco Ferro, marito di Lisa Ferrarini, ai tre figli di Maria Licia Ferrarini e a Lina Botti, vedova di Lauro Ferrarini.

Nel novembre 2020 i beni sono stati venduti a Stefano Bruno Serafino Camponovo, consigliere di amministrazione di Ferrarini Suisse, società controllata al 100% dai Ferrarini. Oltretutto Camponovo, prima residente in Svizzera, si sarebbe successivamente trasferito nel Principato di Monaco, come scrivono i giudici. I suoi legami con la famiglia sarebbero confermati dagli investimenti in società “appartenenti o riconducibili” al gruppo Ferrarini, tra cui Emporio gourmet, società con sede a Hong Kong controllata da Ferrarini Pacific, a sua volta in mano ai Ferrarini e partecipata dalla lussemburghese Chabrun investissements Sa. Le vendite sono state però congelate dal Tribunale, proprio perché gli immobili erano stati messi a garanzia del debito contratto dai Ferrarini verso Intesa Sanpaolo. Da quanto si apprende, oltre alla procura (con possibili conseguenze di un’indagine penale sul concordato) anche Bankitalia sta indagando sui reati valutari connessi al caso. 

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