Di Luigi Rubinelli
Il manzo di Kobe è il bovino la cui carne è una specialità gastronomica giapponese. È un wagyū di manto nero della razza di Tajima, allevato nella prefettura di Hyōgo, l’antica provincia di Tajima, in Giappone.
Deve essere un manzo che soddisfa i requisiti per essere denominato Tajima e che inoltre deve essere o castrato (maschio) o non aver mai partorito (femmina scottona) essere allevato da persone abilitate e certificate.
La carne di Kobe offre solo grassi polinsaturi, con un apporto di colesterolo quindi nettamente inferiore rispetto ad una qualsiasi carne rossa allevata in Italia secondo metodi tradizionali. I prezzi della carne di Kobe in Italia vanno dai 300 ai 500 euro/kg.
In Giappone la carne di Kobe è un consumo di nicchia, da occasioni speciali, come del resto il sushi. Molti italiani pensano che sia il sushi sia la carne di Kobe siano prodotti frequenti ma si sbagliano di grosso. Al ristorante, tagliata nelle forme previste e cucinata davanti agli occhi del cliente può arrivare a costare anche 10.000 yen (60 euro e non è di certo un kg).
La sua fama è molto maggiore in Italia che non in Giappone dove si trova nei mercati specializzati in food, che vivono soprattutto di flussi di stranieri e di guide che ne decantano la bontà. Spunta dei prezzi straordinari ma le forme di presentazione sono davvero banali e da street food piuttosto che da carne di lusso, come dimostriamo nel filmato qui sopra.
Anche in questo tipo di ristoranti sui generis mancano le certificazioni: provare a chiederle non serve a nulla perché i gestori in genere non parlano inglese e anche se lo capiscano fanno finta di non capire.
Diciamo che, almeno in Giappone e in certi mercati, è un prodotto ‘acchiappa boccaloni’ (senza offese per nessuno, sia chiaro!).