Il Ministro Adolfo Urso, la Barilla, le multinazionali, Federdistribuzione e il carrello anti-inflazione di fronte al lineare di vendita. Cosa può succedere?

Di Luigi Rubinelli

Quel che sappiamo del blocco dei prezzi fra ottobre e dicembre 2023, Alimentando lo ha già scritto, leggi qui, con diversi approfondimenti, leggi anche qui.

L’accordo voluto dal Ministro Adolfo Urso per il momento è stato sottoscritto solo da Federdistribuzione e Coop e Conad. Centromarca si è sfilata.

A metà agosto è iniziato il ricatto di Urso che, in una intervista al Messaggero, ha accusato l’industria italiana e segnatamente la Barilla di aver firmato l’accordo in Francia e non in Italia. I due mercati e i due prodotti di pasta come tutti sanno sono diversi per Barilla: in Francia usa farine di provenienza Ue e non solo, mentre in Italia usa grano duro 100% italiano. Il sistema distributico in Francia è incentrato sugli ipermercati, in Italia sui supermercati. Non sono paragonabili né i due prodotti, né i due mercati.

Da dove ha preso spunto il Ministro Urso?

Ecco cosa è successo in Francia

A metà giugno 75 gruppi (con diverse multinazionali) hanno accettato l’istituzione di un tavolo con il titolare dell’Economia, Bruno Le Maire. 39 si sono impegnati a praticare ribassi dei prezzi quando il costo delle materie prime sarà di nuovo sceso di almeno il 20% rispetto a marzo 2023. È di fatto un’inversione positiva rispetto alle rigide regole della contrattazione fra Idm (industria di marca) e Gdo dei prezzi in Francia, dove è in vigore un calendario di tre mesi invernali per fissare i punti d’accordo fra industriali e grande distribuzione su ogni categoria di prodotti, validi per 365 giorni.

Non si riesce a trovare l’intero elenco delle 75 grandi aziende (forse ce l’ha solo Reuters), che comprenderanno sicuramente Danone, Nestlè, Unilever, Mondelez e altri e, visto che Urso la cita, anche Barilla. Nell’elenco non ci sono Ferrero e Lavazza?

Cos’è questa fobia di parlare delle multinazionali come fossero una realtà negativa per poi rincorrerle, perché di fatto l’Italia ha bisogno di investimenti importanti?

Cosa succederà in Italia?

Ci sono due possibili scenari nel nostro paese parlando di carrello ministeriale:

  1. Se le aziende associate a Centromarca non accetteranno di mettere sugli scaffali della Gdo i prodotti di un paniere di prezzi bloccati, contrassegnati da un bollino blu, il paniere dell’accordo ministeriale sarà fatto solo di prodotti Mdd, marche del distributore. Nel sistema del retail si dice che molti dei prodotti voluti dall’accordo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dagli aderenti a Federdistribuzione e Conad e Coop saranno prodotti ad hoc e quindi aumenterà il numero di referenze Mdd sugli scaffali. Questo potrebbe ingenerare non poca confusione fra le persone che stanno acquistando e sarà ancor più complicato vedere la scala prezzi. Li considereremo primi prezzi ministeriali o in altro modo? L’occasione sarebbe ghiotta per la crescita delle Mdd e per il confronto con le varie insegne di discount, alcune delle quali in Federdistribuzione. Ma i fornitori delle Mdd saranno felici di un ribassamento di fatto dei margini a favore dei soli volumi?

Parlando di canali di vendita Eurospin, il leader dei discount, non sembra aver sottoscritto l‘accordo per il carrello Urso.

  1. Poniamo il caso che all’ultimo momento le aziende di Centromarca, o alcune di esse, aderiscano al carrello di convenienza voluto dal Ministro Adolfo Urso. Se lo facessero ci saranno altri prodotti ad hoc, cioè fatti per la bisogna, sui lineari di vendita? Ma il lineare di tutti i punti di vendita è così elastico? Può reggere questo tipo di accordo anche sotto la stagione natalizia?

Questa interferenza della politica nel libero mercato, unica nel suo genere, è realistica e realizzabile in Italia o siamo alle solite chiacchiere da bar?

Perché Federdistribuzione e Conad e Coop hanno aderito a una campagna di evidente comunicazione politica del Ministro Adolfo Urso?

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