Parigi (Francia) – Con un decreto pubblicato giovedì scorso – e che entrerà in vigore il prossimo ottobre – la Francia vieta l’uso di termini propri del settore della carne per definire i prodotti a base vegetale. Grazie a questo decreto – che arriva dopo aver vietato la parola ‘bistecca’ sui prodotti a base vegetale nel 2020 -, in Francia non sarà più possibile chiamare hamburger, salsiccia o carne, le referenze realizzate con proteine vegetali. La Francia è il primo Paese a prendere una decisione simile, allargando così il divieto imposto dal Parlamento Ue in vigore sulle bevande vegetali che non possono chiamarsi ‘latte’. Entrando nel particolare, il decreto stabilisce anche regole precise per la quantità di proteine vegetali consentite nei prodotti a base di carne affinché questi possano mantenere la loro denominazione ‘carne’, quindi per quei prodotti che provengono da animali ma che contengono una parte di proteine vegetali. Ad esempio, un hamburger può continuare a essere chiamato in questo modo a condizione che il suo contenuto di proteine vegetali non superi il 7%. Questa percentuale scende al 3% per i wurstel, all’1% per la salsiccia secca e allo 0,5% per il bacon. Il settore delle carni ha accolto con un plauso il decreto del governo francese. Jean-François Guihard, presidente di Interbev, l’Associazione nazionale interprofessionale del bestiame e delle carni, in un’intervista pubblicata sul quotidiano francese Le Monde ha dichiarato: “Si tratta di un passo essenziale verso la trasparenza dell’informazione al consumatore e la salvaguardia dei nostri prodotti e del nostro know-how”. I rappresentanti dell’industria suinicola sottolineano, però, come il decreto debba andare oltre e “proteggere le denominazioni proprie delle carni dall’essere utilizzati su prodotti alimentari sintetici, come la ‘carne coltivata in laboratorio'”, realizzata con proteine microbiche o funghi.
