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La Corte di Giustizia europea dà il via libera al meat sounding

2024-10-07T09:27:29+02:007 Ottobre 2024 - 09:27|Categorie: Carni, in evidenza, Mercato|Tag: , |

Lussemburgo – La Corte di Giustizia dell’Ue ha stabilito che gli alimenti a base vegetale possono continuare a essere venduti e promossi utilizzando termini tradizionalmente associati alla carne, a patto che la loro composizione sia chiaramente etichettata e non induca in errore i consumatori.

Di conseguenza, gli Stati membri dell’Ue non possono impedire ai produttori di alimenti di utilizzare etichette legate alla carne per i prodotti vegetariani, sempre che vengano fornite informazioni chiare sugli ingredienti.

I termini comuni legati alla carne, come bistecca, salsiccia, scaloppina e hamburger, possono essere utilizzati per la commercializzazione di prodotti vegetariani, a meno che un Paese non abbia stabilito un nome legale specifico per le alternative a base di proteine vegetali, ha dichiarato la Corte.

Una legge francese del 2021, progettata per aumentare la trasparenza per i consumatori, aveva vietato l’uso di espressioni come ‘hamburger vegetariani’ o ‘salsicce vegane’ per gli alimenti a base vegetale. Gruppi di difesa, tra cui l’Unione Vegetariana Europea (Evu) e l’Association Végétarienne de France (Avf), avevano contestato questa norma, ritenendola in contrasto con il diritto dell’Ue. Nell’agosto 2023, il Consiglio di Stato francese ha deferito il caso alla Corte di Giustizia europea, l’organo principale per l’interpretazione del diritto dell’Ue.

I giudici dell’Ue hanno affermato che sebbene gli Stati membri possano creare nomi legali per gli alimenti, non possono impedire l’uso di termini descrittivi comuni da parte dei produttori di alimenti proteici a base vegetale.

La Corte ha inoltre evidenziato che la decisione non pregiudica il diritto di uno Stato membro di applicare norme di protezione dei consumatori se ritiene che il marketing sia fuorviante. Questa sentenza avrà probabilmente conseguenze significative, poiché Paesi come il Belgio stavano considerando di introdurre normative simili a quelle della Francia. Anche l’Italia aveva tentato di farlo, attraverso la Legge Carloni, che fu successivamente bocciata da Bruxelles.

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