Latte e autosufficienza, Angelo Rossi (Clal): “Razionalizzare evitando di cercare l’esasperazione produttiva”

2021-08-25T17:28:01+01:0025 Agosto 2021 - 17:28|Categorie: Formaggi|

Sermide (Mn) – “Come razionalizzare? Evitando di cercare l’esasperazione produttiva, ad esempio, incentivando alcune aree del pianeta a incrementare i volumi, così da favorire il raggiungimento dell’autosufficienza”, così scrive Angelo Rossi, fondatore di Clal.it, in un articolo pubblicato sul sito della società di consulenza, in cui viene affrontato il tema dell’autosufficienza nella produzione di latte.

 

“Una ventina di anni fa, almeno se restringiamo il campo all’Italia e ad alcuni Paesi europei, il mantra era più o meno il seguente: produciamo di più, via le quote latte e i vincoli produttivi, raggiungiamo l’autosufficienza nella produzione di latte”, scrive Rossi. “Di fatto, possiamo affermare che l’Italia l’ha quasi raggiunta e, per alcuni periodi dell’anno, ci riferiamo in particolare alla primavera, possiamo dire di avercela fatta”. Rossi compie un’analisi degli equilibri a livello mondiale, soffermandosi sul tema della slowbalisation, “una nuova forma di globalizzazione ‘decelerata’, meno spinta o più razionale”. “Questo non significa ritornare ad alzare barriere”, spiega l’analista. “Anzi, in una logica di favorire un commercio mondiale più etico, dove – accanto ai beni, ai servizi e alle risorse finanziarie circoli anche il know how e i prodotti, con adeguato riconoscimento di remunerazione – si possa favorire lo sviluppo delle economie locali, sarebbe opportuno ripensare a un nuovo modello di specializzazione nel settore lattiero caseario”. I Paesi dovranno dunque rivedere i propri volumi lattieri e razionalizzare, taluni, come l’Unione europea con l’Italia, specializzandosi nella produzione casearia, altri, come l’Africa o la Cina, valorizzando i propri territori. “Questa ipotetica ristrutturazione non si lega a una soppressione degli scambi o alla riduzione dell’export”, conclude Rossi. “Ma auspica una maggiore fluidità del commercio, arrivando all’obiettivo “dazio zero” su scala mondiale, così da favorire la sicurezza alimentare e la prosperità diffusa, favorendo la sostenibilità ambientale, economica, etica e sociale”.

 

L’articolo completo verrà pubblicato sul prossimo numero di Formaggi&Consumi.

 

Torna in cima