Maura Latini (Coop): “La crisi climatica c’è e impatterà sui prodotti”

2024-09-13T10:19:18+02:0013 Settembre 2024 - 12:30|Categorie: Aperture del venerdì, Il Graffio, in evidenza, Retail|Tag: , , |

La catena sta lavorando per ridurre la Co2 e affrontare i cambiamenti in corso. Che avranno ripercussioni sui costi operativi e sull’approvvigionamento di materie prime. Per questo è fondamentale non perdere tempo e rendere ragione della strategia in atto.

Di Luigi Rubinelli

Alimentando ha già pubblicato un lungo articolo sul Rapporto Coop 2024 sull’evoluzione dei consumi (leggi qui).

Potete pensare quel che volete, allora, di Maura Latini, presidente di Coop Italia, ma a noi piace perché oltre a parlare sa ascoltare.

Nell’ultima presentazione del Rapporto Coop, ascoltando i rilievi mossi da Alimentando su una mancanza generale di sensibilità della business community verso la crisi climatica che stiamo vivendo, ha ammesso: “Il ritardo c’è e dobbiamo recuperare il tempo perduto velocemente”.

I prodotti sono le prime vittime del cambiamento climatico

Detto da Coop, che è un pioniere della difesa dell’ambiente, la questione assume una duplice forma: quella dell’azienda, Coop, e quella del contesto competitivo. “Diciamoci la verità: a volte scopro cose che anche all’interno del nostro gruppo pochi sanno che abbiamo fatto. E’ un problema di comunicazione, certo, ma anche di sensibilità che va ampliata in ogni dove. Coop sta lavorando in profondità sulle filiere e la loro verticalizzazione. Prendiamo il caso dell’ortofrutta: con il Covid i soci e i consumatori hanno preferito comprare i prodotti confezionati e la tendenza rimane tutt’ora: lo fanno per l’igiene, ma anche per un acquisto più veloce. Ebbene: il packaging usato da Coop è tutto riciclabile. Dovremmo scriverlo dappertutto. La preoccupazione climatica, che è sempre più evidente impatterà sui prodotti. Non ha più senso continuare a proporre l’immagine di un frutto perfetto, perché non corrisponde più alla realtà. Al giorno d’oggi, e ancor più nel prossimo futuro, i prodotti che raccoglieremo nei campi saranno vittime del cambiamento climatico, degli eventi atmosferici avversi, degli agenti patogeni. Dovremo convincere il consumatore che i frutti imperfetti non devono più rappresentare uno scarto, ma possono essere ugualmente buoni e saporiti’’.

È un salto di qualità evidente quello lanciato da Maura Latini, un modo di rendere palese il cambiamento climatico ma anche un modo per affrontarlo. Quanti seguiranno questo esempio che, immaginiamo, prenderà forma entro breve? Secondo Alimentando pochi, perché è meglio aspettare. In realtà basta dare un’occhiata ai cambiamenti in atto per capire che la fretta di Maura Latini ha un buon fondamento.

Aggiunge Marco Pedroni, Presidente di Ancc-Coop: “Stiamo lavorando da tempo anche sulla riduzione della CO2, come giustamente state chiedendo voi. Parliamoci chiaro: la riduzione ha un costo che inevitabilmente si rifletterà sul mercato e sui prezzi dei prodotti. Sarà contenuto, ma c’è e ci sarà”.

Alcuni esempi di impatti della crisi climatica

Quest’estate sul monte Falterona, sull’Appennino tosco-romagnolo, a 1.550 metri di altezza sono state trovate diverse cicale che stavano riparandosi da caldo torrido della pianura. Scrive Giulio Betti su Il Post: “Nell’estate del 2023 l’inconfondibile ‘canto’ della cicala è stato documentato anche sul monte Baldo, tra Trentino e Veneto, a 1.700 metri di quota, mentre nell’agosto 2024 ha riecheggiato sui crinali più elevati dell’Appennino pistoiese. La zanzara tigre, per esempio, insieme alla ben più temuta Aedes aegypti (la zanzara della febbre gialla, vettore anche della dengue), estende di anno in anno il suo areale conquistando chilometri verso nord e metri verso l’alto. Anche la neve è costretta a puntare sempre più in alto, così come i ghiacciai alpini, destinati a scomparire al di sotto dei 3.500 metri in pochi decenni. A causa della minor copertura nevosa gli ermellini non riescono a sfruttare la loro capacità di mimetizzarsi, risultando così più esposti, nei mesi invernali, ai predatori”.

In Campania una malattia ancora adesso sconosciuta sta devastando i boschi di castagni nelle zone collinari e montane, dove era attiva una vera e propria industria dei marroni.

Dice il Rapporto Coop 2024 che, fortunatamente, “Sempre di più la scelta del cibo passa dalla testa piuttosto che dalla pancia e questo spiega molte delle rinunce in atto. Una riscossa salutistica che non lascia a casa nemmeno il biologico ritornato dopo anni di appannamento tra i desiderata degli italiani: sono 24,8 milioni le famiglie già acquirenti con una penetrazione del 96,6% e 9,6 milioni gli italiani che nei prossimi mesi ne aumenteranno l’acquisto. Queste nuove sensibilità trovano una chiara avanguardia anche nell’approccio che le generazioni più giovani hanno nei confronti del cibo dove al pragmatismo nella ricerca del prezzo più basso (il 51% lo considera il fattore su cui basa la sua decisione di acquisto) si affiancano alternative più rispettose dell’ambiente (il 58% sceglie prodotti di stagione, il 39% privilegia freschezza e qualità)”.

Cosa dice il Rapporto Coop 2024 sul rapporto consumatori-ambiente:

Il climate change stravolge le economie:

284 euro

Costo per persona, per l’Italia, dovuto al cambiamento climatico

-15%

Riduzione del reddito degli italiani a causa del cambiamento climatico nel 2050

 

Principali rischi del cambiamento climatico secondo i manager

52%

Aumento dei costi operativi

37%

Approvvigionamento di materie prime

Ma ci sono anche note positive:

 

La sostenibilità ha un ruolo importante nella vita quotidiana delle persone o, addirittura, ha un ruolo centrale.

 

Sui prodotti i consumatori hanno le idee chiare a proposito della sostenibilità: hanno capito appieno che il problema è in tutta la filierà, non solo nel momento dell’acquisto. E il risultato di questa ricerca è perfettamente in linea con quanto espresso e riportato qui sopra da Maura Latini.

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