Torino – Il Monitor di Intesa Sanpaolo, curato dal dipartimento di ricerca della banca, ha rilevato che l’export dei distretti agroalimentari italiani al 31 marzo ha un trend positivo, con una dinamica che segue quella del totale dell’export agroalimentare nazionale (+6,7%) e che va in controtendenza agli altri distretti manifatturieri (-2,7%). Nel primo trimestre del 2024, riporta Italia Oggi, le esportazioni hanno infatti superato i 7 miliardi di euro in valore (+6,6% rispetto allo scorso anno).
La crescita riguarda in particolare i distretti dell’olio (+65), con crescite a doppia cifra per il toscano (+71,7%), l’umbro (+44,2%) e il barese (+55,4%). Il lattiero caseario ha visto un leggero incremento (+2,1%), con in testa il parmense (+36%), mentre il distretto della Lombardia sud-orientale è in calo (-3,7%), come quello della Mozzarella di bufala campana (-10,3%). La vitivinicoltura ha invece registrato un export di oltre 1,5 miliardi di euro (+2,4%). In questo quadro spiccano i vini del Veronese (+11,6%) e quelli de Colli fiorentini e senesi (+7,4%). Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene ha registrato una leggera crescita (+0,4%), mentre i Vini di Langhe, Roero e Monferrato hanno un trend in negativo (-2%).
La filiera di pasta e dolci è in crescita (+4,4%) con Alba e Cuneo (+18,9%) e i dolci e pasta veronesi (+16,4%). Al contrario, arretrano l’alimentare napoletano (-33,2%) e quello di Avellino (-22,6%). Anche il riso chiude il primo trimestre in negativo (-0,8%). Positivo, invece, l’andamento del caffè (+8%) e quello delle conserve (+8,4%). Stenta la filiera agricola (+0,6%) dove l’ortofrutta romagnola chiude quasi invariata (-0,2%), ma si distinguono il distretto delle carni (+6,1%) e dei salumi di Parma (+17,6%) e quelli del modenese (+8,8%). Bene anche l’ittico del Polesine e del Veneziano (+19,8%).
Guardando ai mercati di sbocco, la Germania si conferma il primo partner commerciale per i distretti agroalimentari (+4,2% tendenziale). Riprendono vigore i flussi verso gli Stati Uniti (+17,2%), e si ha una lieve crescita in Francia (+1,9%) e nel Regno Unito (+0,8%).
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