Mutti de-commoditizza il pomodoro

Di Luigi Rubinelli

Impianto di produzione auto-contenuto e autosufficiente. Filiera controllata, dal campo alla tavola. E spiccata attenzione alla tutela dell’ambiente e alla qualità della materia prima. Una dettagliata analisi del Bilancio di sostenibilità dell’azienda di Parma.

Con il Bilancio di sostenibilità certificato

Devo dire con schiettezza che leggere il Bilancio di sostenibilità di Mutti mi fa tirare un sospiro di sollievo. Mutti lavora il pomodoro, categoria dov’è successo di tutto, come nell’olio, dove da decenni impera la commoditizzazione del prodotto, del prezzo e della promozione. Conoscevo Mutti da consumatore, poco professionalmente. E davvero ho tirato un sospiro di sollievo. È un’azienda che lotta come pochi con correnti di tutti i tipi, con prodotti molte volte non all’altezza o addirittura contraffatti, ma che sta facendo un lavoro impressionante nella filiera intera, con risultati incredibili. Pomodoro 100% italiano, roba da far tremare i polsi in questo comparto.

Si può definire Mutti un’azienda eccellente?

Sì, si può e si deve.

Vi spieghiamo, qui sotto, perché.

La fabbrica va nel campo con InstaFactory. E non viceversa

L’incontro tra Mutti ed e-Novia, la Fabbrica di imprese che trasforma la proprietà intellettuale e le nuove tecnologie in prodotti e servizi per il mercato, è avvenuto nel solco di un pensiero ‘fuori dagli schemi’. Il modello elaborato consente, infatti, di portare la fabbrica sul campo. Non il campo, con i suoi prodotti, alla fabbrica. Un impianto non centralizzato, dunque, ma distribuito e in grado di connettersi con altri impianti dislocati in diversi luoghi di produzione. Un impianto auto-contenuto e autosufficiente in termini di utilizzo di acqua e di energia. In altre parole, una InstaFactory. Si tratta di un sistema del tutto inedito: fino a poco meno di un anno fa non esisteva al mondo nessun tipo di installazione, completa e di media taglia, in grado di applicare un bilanciamento tra il volume di spazio occupato, il livello di autonomia e la quantità di prodotto lavorato. Oggi l’InstaFactory garantisce, in scala ridotta, la gestione dei processi industriali complessi, dal lavaggio alla sterilizzazione fino all’evaporazione.

Il monitoraggio della filiera

Mutti controlla l’impatto ambientale dell’intera catena produttiva, a partire dal ciclo di crescita dei pomodori fino alla consegna del prodotto finito al consumatore. Il costante monitoraggio degli impatti ambientali rappresenta quindi un punto di arrivo e di partenza insieme. Affinandolo sempre più negli anni ha effettuato una rilevazione delle performance – che ora ha un ruolo cruciale – rappresentando la base per la definizione di una strategia di sostenibilità ambientale.

La de-commoditizzazione

Mutti si adopera per la de-commoditizzazione del settore del pomodoro e per creare un sistema di relazioni trasparenti, leali ed equilibrate in continua crescita per le istituzioni e per il Paese.

La collaborazione con il Wwf e le pratiche agricole

2011- 2021, dieci anni di collaborazione. La strada di Mutti si è incrociata con il Wwf in un modo da subito peculiare. Non per una semplice esigenza di comunicazione o per mettere una ‘tacca mediatica’ sul tema della sostenibilità, ma per incidere strategicamente sulle pratiche agricole in chiave ambientale. Partendo da un tema, nel 2011, innovativo e pionieristico: la misurazione dell’impronta idrica. Questo porta Francesco Mutti a dire: “Nelle scatolette di pomodoro voglio che ci siano dosi aggiuntive di intelligenza”. Aggiungiamo che i fornitori e i conferitori si sentono parte della realtà in maniera attiva, poiché l’azienda ha le competenze per assumersi la responsabilità della trasparenza e farsi portavoce degli stessi. Il termine caporalato qui non esiste…

Cosa vuol dire sostenibilità ambientale

La qualità del prodotto dipende direttamente dalla qualità della materia prima, che a sua volta è strettamente connessa allo stato di salute dei sistemi naturali e dalla loro capacità di produrre il pomodoro. In Mutti il legame tra competitività economica e sostenibilità ambientale è estremamente diretto e, per questo, è ‘naturalmente’ parte della stessa strategia industriale.

I focus di Mutti

  • Iniziative ambientali
  • Consumi energetici ed emissioni
  • Consumi idrici e qualità delle acque
  • Gestione dei rifiuti
  • Packaging sostenibile
  • Biodiversità e consumo di suolo

Cosa farà da adesso in avanti?

  • Collaborerà a progetti di riqualificazione naturale dei corsi d’acqua che attraversano le aree di produzione;
  • Per la terra applicherà in maniera diffusa pratiche colturali in grado di arricchire la sostanza organica dei suoli e realizzerà progetti di ricostituzione di habitat naturali e della biodiversità, contribuendo all’iniziativa delle Nazioni Unite che hanno proclamato il periodo 2021-2030 ‘Decade on Ecosystem Restoration’;
  • Per l’aria aumenterà il ricorso a tecniche di coltivazione in grado di ridurre le emissioni inquinanti agricole e utilizzerà mezzi e modalità di trasporto maggiormente sostenibili per diminuire gli impatti della logistica;
  • Per il sole punterà a soddisfare il fabbisogno di energia con fonti rinnovabili, garantendo la piena sostenibilità ed evitando qualunque conflitto con la produzione alimentare.

Una considerazione soltanto

Ho seguito il re-branding del marchio di Mutti nel tempo, le politiche di comunicazione e quelle commerciali. Ero un po’ indeciso, francamente, se creder loro fino in fondo o meno. Quando ho letto il Bilancio di sostenibilità ho tirato un sospiro di sollievo. È la via maestra, quella di Mutti, non solo nel disastrato comparto del pomodoro, ma anche per le altre coltivazioni in terra. Solo così si può imporre un prodotto e un brand premium. Come sta facendo Marco Porcaro con Cortilia (leggi qui). Roba da visionari, ma concreti.

 

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