Meda (Mb) – Negli ultimi dieci anni, in Italia, sono cresciuti del 25% gli ettari dedicati alla coltivazione delle nocciole. Passati da 67 a 85mila ettari. La produzione dell’alimento, invece, è arrivata a superare le 100mila tonnellate, con un picco di 140mila nel 2020. A riportare i dati un articolo de Il Sole 24 Ore. L’ultimo raccolto, colpito dalla siccità, è stato stimato di circa 90mila tonnellate. Meglio della campagna precedente, segnata dalle tante gelate, ma comunque inferiore del 36% rispetto al potenziale espresso negli ultimi anni. Dati interessanti si sono rilevati anche per quanto riguarda i prezzi, che nell’ultimo anno sono aumentanti in media dell’11,5%. Con punte del 27,5% per la Nocciola Piemonte Igp e del 25,6% per la Tonda Gentile. A performare meglio sono state le regioni di Piemonte, Lazio e Campania.
Guardando al mercato globale, invece, a dominare il comparto, per oltre due terzi, è la Turchia. Che nel 2023 dovrebbe raggiungere il 70% dell’offerta totale e aumentare i raccolti del 5%. Al secondo posto si posiziona l’Italia, anche se importa quasi metà del fabbisogno. Quest’ultimo, in particolare, secondo dati Istat, nel 2022 era pari a 75mila tonnellate ed è coperto per circa la metà proprio dalla Turchia. Medaglia di bronzo, infine, per gli Stati Uniti. Dove la produzione di nocciole è cresciuta del 5% nell’ultima annata, attestandosi a oltre 72mila tonnellate. Il comparto globale delle nocciole, quest’anno, a quanto riporta la rivista, dovrebbe raggiungere 1,23 milioni di tonnellate (poco più di 585mila se si fa l’equivalenza con il prodotto sgusciato). Con una crescita del 6% rispetto alla campagna precedente in base alle stime dell’International nut & dried fruit council.
