Noi, politicamente scorretti

2024-03-13T14:40:38+02:0013 Marzo 2024 - 14:40|Categorie: Editoriali del direttore|Tag: , , |

Ho chiesto a Gemini, l’intelligenza artificiale conversazionale di Google, che significato potesse avere la definizione: ‘politicamente corretto’. Ecco la risposta: “Il termine ‘politicamente corretto’ ha diverse sfumature e interpretazioni, ma in generale si riferisce a un insieme di principi e atteggiamenti che mirano a evitare l’uso di termini o espressioni che potrebbero offendere o discriminare determinate categorie di persone”.

Principio giusto, in teoria. Applicato male, molto male in pratica. Nella trama dei film, ad esempio, occorre per forza inserire, fra i personaggi, un membro della comunità Lgbt, un nero o un esponente di una minoranza. Il regista e lo sceneggiatore deve stare attento a evitare frasi scorrette e/o male interpretabili. Così pure gli attori. Il risultato? Delle boiate pazzesche, come diceva il buon Fantozzi. Ed è così vero che quando si evitano queste costrizioni, come nel film Perfect Days di Wim Wenders (bello, andatelo a vedere), si grida, giustamente, al capolavoro. Anche la stampa non è da meno. In questo caso si è ancora più servili. “L’ evitare l’uso di termini o espressioni che potrebbero offendere o discriminare determinate categorie” comprende anche: l’editore, gli amichetti dell’editore, le aziende che fanno pubblicità.

Fra i casi più clamorosi cito Repubblica: la notizia dell’indagine su John Elkann, ovvero il suo editore, comparsa in prima pagina su tutti gli altri giornali, è stata relegata da Rep a pagina 20. E trattata con molta circospezione nei giorni successivi. Alla faccia dell’indipendenza della stampa… Quella specializzata non è da meno. Le interviste in ginocchio non si contano. Mai fare domande indiscrete all’interlocutore che sia ‘pubblicitariamente solvente’ o meno. Il budget adv va assolutamente salvaguardato. È capitato quindi che l’intervista al nuovo amministratore delegato di una società, con un fatturato di 36 milioni di euro e una perdita di oltre 13 milioni, non contemplasse la più logica delle domande: “Ma come si esce da questo buco clamoroso?”. Il resto era aria fritta.

Ma voi, potrebbe suggerire qualcuno? Parliamoci chiaro, non siamo santini infilzati. Anche sui nostri media trovate le ‘marchette’. Ma cerchiamo di farle con garbo e serietà professionale. Ci differenzia comunque un affronto giornalistico delle notizie. Chi legge il nostro sito Alimentando sa che non risparmiamo nessuno. Non abbiamo avuto remore a smontare pezzo per pezzo il libro Le ossa dei Caprotti, scritto dal figlio Giuseppe, difendendo il padre Bernardo. Come pure abbiamo sottolineato che la pubblicazione di Falce e carrello 2 è stata il pretesto per un attacco sistematico e concentrico proprio contro l’autore del libro di cui sopra.

Non abbiamo avuto paura a pubblicare, per primi, la notizia della causa intentata da Barilla a Tedesco per la forma dei biscotti. Sarebbe meglio non fosse stata diffusa, ci è stato detto. Così non abbiamo avuto alcuna remora a rendere noti i brevetti sul design di biscotti e altro con cui Barilla ha voluto tutelare i propri prodotti. Volete qualche altro bersaglio del nostro gruppo editoriale? Eccoli: il crack Ferrarini, Gesmundo e la Coldiretti, Farinetti con il suo Fico, di cui avevamo anticipato la chiusura ben quattro anni fa. Ci fermiamo qui: l’elenco è lungo.

E perché non citare il nostro sostegno a Il Fatto Alimentare? Il giornale online è stato attaccato dalla San Benedetto che ha chiesto un risarcimento da un milione e mezzo di euro. Definirlo esagerato è dir poco. E dire che, su alcune questioni, quali ad esempio il Nutriscore, non abbiamo le stesse idee… Per non parlare del Graffio di Luigi Rubinelli, grande giornalista che ci onora con la sua collaborazione. Nel nome della rubrica c’è tutto… Siamo giornalisti a tutto tondo. Non ci fa paura niente e nessuno. Così fioccano le querele per diffamazione a mezzo stampa, tre in un mese, lo scorso febbraio.

Ma, forse, è proprio per questo modo ‘politicamente scorretto’ di fare informazione che cresciamo a doppia cifra. Il sito Alimentando lo scorso anno ha contato 2 milioni e 600mila visualizzazioni con un milione di utenti unici e un tempo di lettura di 53 secondi, altissimo (dati Analytics). Quest’anno, nei soli due mesi di gennaio e febbraio, abbiamo totalizzato 504mila visualizzazioni contro le 320mila del 2023. Gli utenti unici sono saliti a 238mila contro 107mila. Ma è il tempo di lettura il dato più eclatante: 1,02 minuti contro gli 1,04 dello scorso anno. Numeri che si commentano da soli.

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