Bologna – Una ricerca condotta da Sergio De Nardis, capo economista della società di studi economici Nomisma, ha evidenziato quanto le imprese manifatturiere italiane, che complessivamente sono circa 425mila, siano tra loro eterogenee. Non solo per dimensioni e comparti, ma anche per efficienza, organizzazione, management e capacità innovativa. Per questo motivo, l’attuale tendenza a definire le imprese poco o iper-competitive è totalmente inappropriata. La manifattura italiana ha dimostrato di sapersi reinventare già nei primi anni duemila, in risposta agli shock competitivi di quel periodo (euro e Cina in primo luogo). Ora, a fare la differenza nella classificazione delle realtà ‘migliori’, è soprattutto la competitività sui mercati internazionali, messa però a dura prova dal crollo della domanda interna e dal credit crunch, che stanno avendo effetti distruttivi superiori a quelli creativi. A ciò si aggiungono i costi elevati da sostenere per intraprendere l’attività internazionale (in Italia solo 20 aziende manifatturiere su 100 esportano, producendo oltre l’80% del fatturato complessivo). Nell’ultimo biennio si è registrata una dura selezione tra le aziende manifatturiere e, per limitare i danni dell’ultima recessione sulla capacità industriale, urge una pronta ripresa.
Nomisma: pubblicato uno studio sull’industria manifatturiera italiana
Irene2014-07-14T15:28:34+02:0014 Luglio 2014 - 15:25|Categorie: Tecnologie|Tag: imprese manifatturiere, manifatture, nomisma|
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