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Peste suina africana: anche i veterinari vogliono gli indennizzi…

2024-09-02T16:42:08+02:002 Settembre 2024 - 16:42|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , |

Milano – Il proliferare del virus della peste suina africana preoccupa i veterinari. In particolare, la Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari della Regione Lombardia, ha diffuso un comunicato in cui sottolinea l’interesse mediatico per numerosi attori coinvolti, come allevatori, polizia e forze dell’ordine, mentre non ci sarebbe “Nessun cenno al gravoso e difficile impegno aggiuntivo dei Veterinari Ufficiali delle Ats che stanno moltiplicando il lavoro per i controlli sanitari negli allevamenti e per l’estinzione dei focolai perché trattasi, è importante sottolinearlo, prima di tutto di emergenza sanitaria, cui conseguono rilevanti ricadute economiche e sociali”.

“I veterinari ufficiali, professionisti del Servizio sanitario regionale, stanno lavorando con senso di alta responsabilità e abnegazione con organici insufficienti (basti dire che in Lombardia sono presenti solo l’11% dei Veterinari del Servizio Sanitario Nazionale a fronte di filiere, come quella suina, che valgono il 40% di quelle nazionali) e con un numero di focolai che sono già il doppio di quelli del 2023”, si legge ancora nella nota.

Inoltre, “Regione Lombardia non ha ancora riconosciuto e valorizzato il gravoso lavoro aggiuntivo effettuato in occasione dell’emergenza Psa verificatasi nell’estate 2023 (controllati in detto anno 1.600 allevamenti con circa 10mila visite e 90mila controlli diagnostici effettuati in circa 90 giorni)”. Continua la federazione: “Promesse di riconoscimento per il lavoro aggiuntivo in corso in questi mesi sono state effettuate. Auspichiamo che abbiano miglior fortuna di quelle fatte per il 2023 che chiediamo vengano finalmente onorate. In carenza di quanto sopra la scrivente O.S. che rappresenta il 75% dei Veterinari Ufficiali si troverà costretta ad assumere le iniziative sindacali del caso come la proclamazione dello stato di agitazione ed altre idonee a tutelare il diritto al giusto riconoscimento del lavoro aggiuntivo effettuato”.

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