Peste suina in Italia (2). Calderone (Assica): “Rafforzare al massimo la sorveglianza per evitare conseguenze disastrose”

2022-01-11T10:03:18+02:0010 Gennaio 2022 - 16:28|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , , |

Milano – Davide Calderone, direttore di Assica, commenta il primo caso di peste suina in Italia (leggi qui): “La conferma del riscontro del virus della Peste suina africana in una carcassa di cinghiale rinvenuta a Ovada, in provincia di Alessandria, è la notizia che non avremmo mai voluto ricevere ma da diversi anni, ormai, la diffusione del virus in Europa destava la nostra preoccupazione e temevamo ci avrebbe riguardato da vicino, prima o poi”. Vale la pena ricordare che il virus non rappresenta un problema per la sicurezza alimentare e non si trasmette all’uomo, ma è altamente contagioso e letale per suini e cinghiali. La sua diffusione va dunque tenuta sotto stretta sorveglianza per evitare conseguenze sul fronte export. I Paesi terzi destinatari delle esportazioni di carni e prodotti a base di carne suina, potrebbero anche decidere in maniera ingiustificata – non riconoscendo il principio di regionalizzazione – di vietare l’ingresso a tutte le produzioni suine italiane. “È fondamentale”, prosegue Calderone, “che i Paesi terzi riconoscano che le misure che saranno tempestivamente adottate dalle Autorità italiane e comunitarie sono sufficienti a fornire tutte le garanzie necessarie per mantenere aperto il canale commerciale con il nostro Paese. Diversamente, le conseguenze saranno disastrose: abbiamo stimato un danno da mancate esportazioni di almeno 20 milioni di euro per ogni mese di sospensione del nostro export. Per questo confidiamo che le Autorità competenti affrontino l’emergenza con il maggior rigore possibile, rafforzando al massimo, su tutto il territorio nazionale, la sorveglianza nel settore del selvatico e innalzando al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone per evitare il coinvolgimento dei suini domestici e per arrivare al più presto alla soluzione del problema”.

 

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