Prezzi e margini in aumento rilanciano la sensibilità al prezzo, che può sfociare in un Osservatorio dei prezzi e dei margini. Servirà?

2023-11-14T11:59:04+02:0014 Novembre 2023 - 11:59|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Di Luigi Rubinelli

Il prezzo è uno degli argomenti principe nelle discussioni del 2023.

L’alta inflazione al consumo con un aumento delle vendite a valore e la diminuzione delle vendite a volume ha portato all’introduzione del Carrello anti-inflazione voluto dal Ministro Urso, in prova per tre mesi, ha visto l’adesione entusiasta di Federdistribuzione (Gdo e alcuni discount) e quella attendista di Centromarca (le industrie produttrici). I risultati sono ancora allo studio.

In generale possiamo dire che sono aumentate le vendite in volume dei prodotti a marchio della Gdo, sia nei primi prezzi sia nel mainstream. Il Governo ha cavalcato questo risultato con vigore spiegando che l’inflazione sta calando (ma lo era già da diversi mesi, per condizioni di mercato) grazie a questo provvedimento e che l’aumento dei prezzi è stato bloccato (aumentare i prezzi in questo momento congiunturale è obiettivamente difficile, non è vero?).

A livello generale si può parlare di un aumento importante della sensibilità al prezzo, e l’esperimento trimestrale voluto dal Ministro non fa che aumentare l’attenzione di tutto il sistema: della politica, dei produttori, della grande distribuzione, delle associazioni dei consumatori.

Quello che sta accadendo in Italia sta succedendo in tutti i paesi europei, forse con manifestazioni di intensità differenti, ma comunque con una forza comunicativa che non si registrava da anni.

Ad esempio un recente programma in onda sulla televisione della Svizzera Italiana, Patti Chiari (guarda qui), ha cercato di fare luce sull’aumento dei prezzi e dei margini della grande distribuzione. Prendiamo questo esempio per parlare però di un paese, la Svizzera, dove esiste un duopolio da diversi anni: Coop e Migros (cooperative che sono entrambe attive sia nei supermercati ma anche nella finanza e nelle assicurazioni, nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di diverse categorie di prodotti e nel caso di Migros con produzioni anche all’estero, Corea e Stati Uniti) raggiungono i 64 mld di CHF di giro di affari pari al 10% del Pil svizzero, con quote di mercato dell’80% nella grande distribuzione. Migros e Coop, invitate alla trasmissione, dapprima evadono l’invito, poi parlano con poca trasparenza sia dell’aumento dei prezzi sia dell’aumento dei margini. Come sappiamo entrambe aderiscono a due centrali di acquisto europeo: Migros a Epic Partners e Coop ad Agecore. Quest’ultima ha aiutato alcuni anni fa Coop a ridurre i prezzi di 22 prodotti di Nestlè, tramite il boicottaggio di 150 prodotti del produttore svizzero.

La sensibilità al prezzo è ovviamente schizzata alle stelle.

Quest’anno in Francia, e sono solo alcuni esempi, Intermarchè ha attaccato pesantemente Findus per il 68% di aumento dei prezzi dei suoi surgelati. Sempre Intermarche che ha rifiutato di aumentare i prezzi del 22% delle acque minerali del Gruppo Danone, si è vista bloccare le forniture di tutte le referenze della multinazionale. Sono solo alcuni esempi che dimostrano come la sensibilità al prezzo sia al centro delle operazioni di tutti gli attori del largo consumo.

Chez U, catena di supermercati francese, sta comunicando quanto costa la benzina alle sue pompe: partendo dal prezzo finale di 1,54 euro/litro, ricorda che solo il suo guadagno è di soli 2 centesimi/litro.

In Svizzera le associazioni di consumatori stanno convincendo la politica a istituire l’Osservatorio dei prezzi e dei margini, chiaramente osteggiato sia da Coop sia da Migros.

L’Osservatorio è però uno strumento controverso. In Francia l’Osservatorio sui prezzi e i margini esiste da 20 anni. Qui i risultati del 2023.

Ha portato ad una diminuzione dei prezzi? Difficile dirlo. Ha aumentato soprattutto la trasparenza sia nella lettura dei numeri della produzione sia nella distribuzione dei freschi e dei prodotti confezionati di base.

La trasparenza è quel che manca in Italia. Le associazioni dei consumatori sonnecchiamo da anni. Per leggere certi dati, simili a quelli francesi, bisogna aspettare le ricerche annuali di Mediobanca.

Può darsi che a furia di parlare di prezzi, bloccati, aumentati, rifiutati o dimenticati, anche da noi si arrivi a una maggior trasparenza, che è alla base della democrazia, soprattutto parlando di prodotti alimentari.

Ma per favore, visto che si sta ventilando questa ipotesi, lasciate perdere le commissioni governative o gli osservatori sui prezzi e i margini, che generano soltanto polveroni e non contribuiscono né a ridurre i prezzi né a far colloquiare produttori e distributori. Intervenite sui prezzi. Direttamente.

Non è vero Ministro Adolfo Urso?

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