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Quanti saranno gli allevamenti europei colpiti dalla direttiva Ue sulle emissioni?

2023-02-23T08:34:47+02:0023 Febbraio 2023 - 08:34|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , |

Bruxelles (Belgio) – I piani dell’Ue per ridurre le emissioni industriali potrebbero colpire oltre il triplo degli allevamenti di suini e quasi il quadruplo degli allevamenti di pollame rispetto a quanto previsto sino a oggi. È quanto emerge da un documento riservato, che è stato visionato e reso noto dal sito Euractiv, che pubblica insight relativi all’attività della Commissione Europea. Si tratta di un paper presentato dal servizio ambientale al gruppo di lavoro sull’ambiente del Consiglio dell’Ue il 30 gennaio. Le carte offrono una panoramica dello stato attuale della proposta di direttiva sulle emissioni industriali (Ied).

La proposta di revisione della direttiva, presentata dall’esecutivo dell’Ue nell’aprile 2022, mira a ridurre le emissioni nocive provenienti dagli impianti industriali, il cui campo di applicazione è stato ampliato per includere alcuni dei più grandi allevamenti dell’Ue.

La presentazione trapelata dimostra che i dati utilizzati come base per l’attuale proposta, compresa la controversa soglia per le “unità di bestiame” (Lsu) provengono da un’indagine Eurostat sulle aziende agricole del 2016. Dati dunque che ora vengono considerati non più attuali, e vanno rivisti. La soglia Lsu rappresenta il valore raggiunto il quale le aziende agricole vengono definite “industriali” e quindi penalizzate dalla direttiva. Calcolate secondo il parametro 2016, le stime dell’impatto di questa cifra proposta si attestano al 18% degli allevamenti di suini, al 15% degli allevamenti di pollame e al 10% degli allevamenti di bovini, compresi quelli da carne e da latte, per una media complessiva nell’Ue del 13% della produzione zootecnica.

Ma se si rifanno i calcoli secondo i dati più recenti per il 2020, la percentuale di aziende agricole colpite triplica, passando al 61% per i suini e al 58% per gli allevamenti di pollame. I bovini, invece, aumentano solo del 2,5%, passando al 12,5%. Se si aggiungono gli allevamenti misti, di cui il 27% potrebbe essere colpito, la media complessiva degli allevamenti dell’Ue oggetto del provvedimento secondo la presentazione sale al 20%. A titolo di confronto, una cifra di 300 Lsu – attualmente preferita dai ministri dell’Agricoltura – vedrebbe colpiti il 47% degli allevamenti di suini, il 41% degli allevamenti di pollame e solo il 3% degli allevamenti di bovini, per una media europea del 9%.

Il paradosso è che le iniziative della Ue in questo ambito sono destinate a produrre una direttiva che entrerà di fatto in vigore solo nel 2025 (questo tipo di provvedimento prevede un tempo di adeguamento pari a due anni). A quel punto anche i dati 2020 saranno obsoleti, e i valori probabilmente non rappresentativi della nuova realtà. 

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